coro di no dal mondo politico

Chiusura punto nascite Petralia: “Grossolano errore di Lorenzin”

La chiusura del punto nascite di Petralia, unico riferimento per le partorienti del vasto territorio madonita, sta provocando le reazioni del mondo politico.

“La scelta del Ministro Lorenzin di non concedere la deroga al Punto Nascite di Petralia è assolutamente iniqua e irrazionale” – a dirlo sono Carmelo Miceli e Giandomenico Lo Pizzo, Segretario e responsabile Aree Interne del P.D. provinciale di Palermo –

“Parametrare la sicurezza di un punto nascita come quello Madonita soltanto in base al numero minimo di parti all’anno senza tenere in considerazione la vastità e particolarità del Territorio Madonita, è un errore grossolano cui bisogna immediatamente porre rimedio. Francamente – continuano gli esponenti DEM – considerato che altri punti nascita che insistono in territori siciliani meno impervi delle Madonie, diversamente da quanto accaduto per Petralia, hanno avuto la deroga, lascia pensare che la scelta operata dal Ministro della Salute possa essere stata non soltanto il frutto di un errore di valutazione quanto, piuttosto, la conseguenza di una iniqua differenza di trattamento figlia di possibili logiche campanilistiche e di appartenenza. In entrambi i casi, il PD é pronto a fare tutto il necessario pur di ottenere una proroga che riteniamo giusta e doverosa”.

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D’intesa e insieme ai Sindaci della zona – concludono Miceli e Lo Pizzo – abbiamo già chiesto un incontro all’Assessore alla Salute, On. Baldo Gucciardi e in settimana convocheremo proprio a Petralia una riunione di tutti i Segretari dei Circoli, dei deputati e dell’Esecutivo Provinciale del PD provinciale di Palermo al fine di pianificare, ciascuno nel proprio ruolo, la migliore strategia che possa portare il Ministro a ricredersi”.

Sulla vicenda interviene anche Gianfranco Micciche’, commissario di Forza Italia in Sicilia che spiega: “Il ministro della Salute faccia subito marcia indietro, revocando l’assurda chiusura del punto nascita di Petralia Sottana nel palermitano, sino a pochi giorni fa riferimento per gran parte delle partorienti delle Madonie. Costringere le gestanti a percorrere oltre settanta chilometri di strade dissestate per raggiungere l’ospedale di Cefalù, la struttura più vicina, è una scelta di gravissima irresponsabilità. E se qualcosa durante il lungo e avventuroso viaggio non dovesse filare liscio? In tal caso spero che la Lorenzin abbia previsto almeno un punto nascita in una stalla tra le montagne, per affrontare l’emergenza con la necessaria serietà”.

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Dello stesso avviso i deputati regionali Gino Ioppolo, vicepresidente della Commissione Salute, e Nello Musumeci che dichiarano: “Il ministro della Salute, che pure fino a poche settimane fa aveva dichiarato di essere disponibile a verificare giustificate deroghe, chiude i punti nascita di Petralia Sottana sulle Madonie, di Mussomeli, di Lipari e di Santo Stefano di Quisquina, con un atto penalizzante e offensivo nei confronti dei siciliani.

Qualcuno avrebbe dovuto spiegare alla solerte Ministro – che adesso dichiara di volere persino limitare gli accertamenti strumentali preventivi alle donne incinte – dove si trovano gli ospedali di Petralia Sottana e di Mussomeli e le condizioni della viabilità interna per raggiungere quei luoghi e che Lipari è un’isola, peraltro, spesso irraggiungibile d’inverno.

Le ripetute rassicurazioni a quelle popolazioni, provenienti anche di recente dal debolissimo governo Crocetta, s’infrangono davanti ad un governo nazionale che non perde occasione per penalizzare e umiliare la Sicilia.

Corra, adesso, ai ripari l’assessorato regionale della Salute se non vuole, una volta di più, essere spettatore silenzioso dello smantellamento della sanità pubblica in Sicilia”.

Per meglio inquadrare il problema legato alla chiusura del punto nascita di Petralia Sottana bisogna tenere in considerazione il seguente scenario.
Ad una partoriente di Geraci Siculo, per esempio, alle ore 19 le si “rompono le acque”. Dovrà scegliere, insieme ai familiari di chiamare il 118 oppure un autonoleggio (se non è nelle condizioni di raggiungere il “Madonna SS dell’Alto” con mezzi propri). Se vogliamo considerare che l’ambulanza (3 in tutto il distretto sanitario, 9 comuni) è dotata semplicemente di autista e barelliere che differenza c’è?
La gestante, stabilizzata dai sanitari del nosocomio petralese e classificata con il “codice verde o giallo”, verrà quindi trasferita al “Cimino” di Termini Imerese.
In condizioni di viabilità perfette (manto stradale asciutto, di giorno e senza nebbia) l’ambulanza, con personale sanitario a bordo, raggiungerebbe Termini Imerese in ben 90 minuti, nella migliore delle ipotesi.
Questo tempo di percorrenza aumenterà sensibilmente se le condizioni meteo e del manto stradale diventassero avverse.

“E’ una follia pensare di fare affrontare ad una partoriente qualcosa come 75 chilometri di strada impervia e di autostrada, senza mettere a repentaglio la vita della stessa e quella della creatura che dovrà mettere al mondo”, afferma il vice Sindaco di Castellana Sicula, Vincenzo Lapunzina.

“Il Ministro Lorenzin deve assolutamente verificare di persona la precarietà delle condizioni di vita delle nostre genti. Solo così, percorrendo il nostro territorio, – continua Lapunzina – particolarmente disagiato nei mesi invernali, potrà rendersi conto che per garantirci l’inalienabile diritto alla vita e alla salute, al pari degli altri italiani, abbiamo assoluta necessità di mantenere a Petralia Sottana il personale addetto al parto, ma soprattutto di potenziare la struttura in cui insiste questo servizio essenziale per le nostre comunità”.

E ancora: “Per il resto, ai cittadini madoniti interessano poco le lotte interne ai partiti per fare prevalere questa o un altra posizione o lo scambio di accuse. Se la Lorenzin dovesse ritornare sui propri passi il merito non sarebbe certo di nessun esponente politico ne tantomeno al centro del fiocco potrà essere posto il logo di alcun partito. Meno che mai delle varie strategie di sviluppo dei territori quali quella delle aree interne. Al momento – conclude Lapunzina – la sconfitta è di tutti. La “vittoria”, che auspichiamo, sarà solo del buon senso”.

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