Sospesi a Termini Imerese, nel Palermitano, i lavori in un cantiere edile a causa delle gravi violazioni rilevate in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. La scoperta fatta dai carabinieri del reparto territoriale di Termini Imerese insieme ai colleghi del Nas (nucleo antisofisticazione e Sanità), del gruppo tutela del lavoro, dei veterinari dell’Asp di Palermo e dell’ispettorato del lavoro di Palermo.
Sono stati trovati anche lavoratori non in regola. Altri controlli hanno riguardato gli ambulanti che nel comune vendono pesce. E’ stata riscontrata l’assenza della prevista documentazione amministrativa e sanitaria circa la provenienza, la tracciabilità e la vendita del pescato. Il prodotto ittico è stato sequestrato e distrutto nell’immediatezza a tutela della salute dei cittadini. Complessivamente le sanzioni sono stati di circa 90 mila euro.
Il dilagare del fenomeno del lavoro nero sta spingendo molti controlli in Sicilia sul fronte della prevenzione. Ed i riscontri sono anche notevoli, sul piano delle irregolarità rilevate. Sino a qualche giorno fa nel Messinese chiuso l’ennesimo cantiere. Un imprenditore è stato denunciato in quanto i militari dell’Arma hanno accertato violazioni alla normativa di settore. In particolare la mancata predisposizione di impalcature obbligatorie per eliminare pericoli di cadute, nonché parapetti e tavole fermapiede in prossimità di aperture prospicienti il vuoto. Al titolare anche ammende e sanzioni per oltre 10 mila euro.
Sempre nel Messinese lo scorso agosto, nel corso dell’attività ispettiva, i carabinieri hanno effettuato approfondite verifiche nei vari luoghi di lavoro. A conclusione dei controlli, i militari dell’Arma hanno accertato violazioni alla normativa di settore, motivo per il quale hanno denunciato i titolari di altre due imprese. Il primo per aver omesso l’installazione di idonei parapetti a tutela della salute dei lavoratori. Il secondo, invece, per la mancata formazione del personale in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. A carico dei due i militari hanno elevato sanzioni per l’ammontare di oltre 15 mila euro.