Un buco da 4 milioni di euro impone la chiusura. Addio a Brioscià una delle più note e rinomate gelaterie di Palermo.
Vittima del Covid19
Gli stop alle attività imposti dalle norme anti Covid19 e la scarsa circolazione di persone sarebbero alla base dei mancati introiti e dunque le buco in bilancio. Per questo motivo le gelaterie Brioscià, infatti, hanno dichiarato fallimento. Chiusi i due punti vendita di via Pipitone Federico e di via Mariano Stabile, in pieno centro, ma anche la Pasticceria Badalamenti di piazza Partanna Mondello riconducibile alla società Magi Srl, proprietaria delle gelaterie. Già da tempo i frequentatori abituali di Mondello avevano notato che quest’anno non aveva riaperto la gelateria stagionale proprio a ridosso della piazza di Mondello.
Trenta persone perdono il lavoro
Non solo un danno al tessuto economico della città e la chiusura di uno dei punti di ritrovo non solo dei giovani ma anche un grave danno occupazionale come scrive il Giornale di Sicilia oggi in edicola. Sono trenta le persone impiegate su più turni nei vari punti vendita che adesso perdono il lavoro.
Non solo il lockdown
Alla base del fallimento non ci sarebbe solo la situazione pandemica e sanitaria, la scarsa circolazione di turisti nel 2020 e le aperture a singhiozzo dell’inverno a cavallo fra il 2020 e il 2021 ma anche dissidi familiari di parte proprietaria che hanno avuto ripercussioni sulla conduzione della società.
“ll legale rappresentante ha aderito alla procedura – fanno sapere dalla difesa, sempre in base a quanto scrive il Giornale di Sicilia – tenuto conto che non era possibile sanare l’ammontare dell’esposizione”. Una situazione, però, aggiunge il legale della difesa, “nella quale le cause del dissesto sono imputabili ad altro soggetto”.
Una coda penale?
Il dissesto in questione è valutato i 4 milioni di euro. Un importo rilevante soprattutto a fronte di una attività di questa natura e genere. A quanto pare, in base alle notizie raccolte, la titolare della società dichiarata fallita aveva chiesto alcune perizie contabili che avevano portato a scoprire delle irregolarità a cui non si è potuto porre rimedio. Ed è possibile, anticipano ancora dalla difesa, che la vicenda abbia una coda in sede penale.
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