La medicina vissuta come una missione, per salvare vite, per non lasciare alcun paziente inascoltato, per contribuire al benessere della società.

Si terrà il 19 e 20 novembre il 31° Congresso di Chirurgia dell’Apparato digerente al quale parteciperanno anche l’Università di Palermo e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “P. Giaccone” di Palermo.

Si tratta di un appuntamento scientifico e medico di eccezionale rilevanza internazionale che accende i riflettori proprio sul Policlinico di Palermo quale centro di eccellenza chirurgica e medica del Mediterraneo.

A parlarne a BlogSicilia è il professore Antonino Agrusa, docente associato del Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche dell’Università di Palermo – diretto dalla prof.ssa Giuseppina Campisi – e chirurgo di consolidata e lunga esperienza.

“E’ il più importante congresso del genere organizzato in Europa – dice Agrusa – e si svolge individuando dei complessi operatori che trasmettono in diretta live durante delicate operazioni chirurgiche. Già negli scorsi anni buona parte del congresso si svolgeva online; quest’anno, a causa della pandemia, utilizzeremo internet a maggior ragione. La platea che assiste agli interventi chirurgici, che vengono spiegati passo dopo passo, rigorosamente in diretta, può interagire. Il congresso riguarda la chirurgia neoplastica e non relativa all’apparato digerente, al colon, allo stomaco, all’esofago, ai reni, ai surreni e al fegato”.

Per il professore Agrusa si tratta della quarta partecipazione al congresso. Il 19 novembre, con le modalità sopra descritte, eseguirà, a partire dalle 8 del mattino, tre interventi chirurgici.
Agrusa entra nel dettaglio: “Inizierò occupandomi di un caso di acalasia esofagea. Si tratta di una patologia ancora poco conosciuta e molto invalidante dal punto di vista fisico e mentale che colpisce prevalentemente giovani donne. Nei pazienti affetti, il bolo alimentare non ‘riesce’ a scendere dall’esofago allo stomaco. I pazienti acalasici vengono spesso scambiati per bulimici o anoressici, o comunque per persone con problematiche psichiatriche. Invece si può operarli e portarli a nuova vita. Con una chirurgia mini invasiva e in laparoscopia, si esegue una miotomia esofagea, cioè una sezione delle fibre muscolari longitudinali e circolari dell’esofago. La laparoscopia permette con quattro piccoli buchi, da cinque millimetri ciascuno, di operare questi pazienti. E’ incredibilmente emozionante osservarli il giorno dopo l’intervento, possono riprendere a bere e a mangiare regolarmente, di norma gli acalasici non riescono a deglutire nulla. Inoltre, stiamo facendo una campagna di divulgazione scientifica rivolta ai medici di famiglia affinché riescano ad individuare questi casi ed indirizzarli nei giusti centri di fisiopatologia esofagea”.

Con l’esecuzione di oltre 150 interventi chirurgici in sessioni di Live Surgery in HD e 4K, in diretta dai cinque continenti, il congresso potrà essere seguito collegandosi al sito www.laparoscopic.it.

Il secondo intervento eseguito dal professore Agrusa riguarderà la rimozione di un tumore al colon. Indossando gli occhiali tridimensionali, che permettono la visione più precisa disponibile ad oggi grazie ai progressi della tecnologia, il professore opererà ancora in laparoscopia.
“E’ una chirurgia molto delicata – aggiunge il professore – che necessita di grande precisione”.

Agrusa opera in laparoscopia da oltre quindici anni, ed ha investito tutta la sua carriera nel perfezionamento delle tecniche di questo tipo di chirurgia con grande dedizione.

A conclusione della giornata, sempre il 19 novembre, il professore affronterà il terzo intervento. Si tratterà di una surrenalectomia sinistra, asporterà cioè ad un paziente il surrene sinistro, ghiandola responsabile della secrezione degli ormoni corticosurrenalici che in caso di patologie del surrene possono creare gravi disturbi alla persona.

Agrusa è pronto ad affrontare il congresso, ed i tre interventi, con grande slancio e passione per la propria professione. Ciò che gli sta più a cuore, sopra ogni cosa, è ‘ridare’ la salute ai suoi pazienti, nessuno escluso.
E lo si può facilmente dedurre dalle sue parole: “In piena emergenza Covid19, nonostante le difficoltà degli ospedali – puntualizza – sia il Rettore di Unipa Fabrizio Micari, che il commissario straordinario del Policlinico di Palermo, Alessandro Caltagirone, hanno fatto di tutto per scongiurare il blocco delle attività anche operatorie. Mi hanno spinto ed incitato a continuare ad andare avanti, perché nessun paziente venga abbandonato o lasciato indietro. Io sono anche docente universitario, il mio compito è quello di formare i medici di domani, e divulgare le nostre conoscenze nel bene e per il bene dei pazienti affetti da patologie gravi, come quelle tumorali o come appunto l’acalasia esofagea”.

Il congresso verrà seguito, presso l’Aula Turchetti del Policlinico di Palermo, anche dagli studenti della Facoltà di Medicina, i dottorandi, gli specializzandi delle scuole di specializzazione in Chirurgia Generale e in Gastroenterologia.

Il professore Agrusa sottolinea infine le difficoltà del presente, ma ribadisce, ancora una volta, la necessità di prestare giuste ed adeguate cure a tutti. “La scorsa settimana – racconta – ho operato d’urgenza un giovane positivo al Covid19 in grande sofferenza a causa di una appendicite acuta. Io ed il mio staff abbiamo usato i presidi necessari per evitare il contagio. Tutto è andato bene. Al Policlinico c’è molta attenzione per mettere noi medici nelle condizioni di lavorare al meglio”.

E poi: “La Facoltà di Medicina e l’Università di Palermo, in questo preciso momento storico che dobbiamo affrontare, hanno bisogno di lanciare un messaggio preciso. Non possiamo permetterci di lasciare indietro alcun paziente. Noi medici abbiamo un ruolo importante nella società ed il nostro unico interesse è il bene di chi si affida alle nostre cure”.

Durante gli interventi chirurgici che eseguirà in occasione del congresso, insieme ad Agrusa, attorno al tavolo operatorio, ci saranno altri due chirurghi, due assistenti strumentisti e tre specializzande, “donne davvero preparate e che saranno degli ottimi medici”, tiene a evidenziare il professore che ci saluta per tornare dai suoi studenti e per prepararsi al meglio, e con la tenacia che lo contraddistingue, per le nuove sfide che lo attendono.

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