È stato depositato in tribunale, a Palermo, l’atto di citazione nei confronti della Regione Siciliana per il risarcimento dei danni causati dagli incendi che, nell’estate 2023, hanno colpito il territorio, con enormi danni ad abitazioni private ed attività commerciali.
Una vicenda che ha sensibilizzato non solo i danneggiati ma anche numerosi cittadini, che si sono uniti, dando vita all’associazione “Isola Fenice”, su impulso della chef Bonetta Dell’Oglio, con lo scopo di far ascoltare la propria voce ed evitare nuovi danni alla natura, all’ambiente, al territorio e alla popolazione.
Dopo circa un anno, un lavoro di studio ed approfondimento portato avanti dallo studio legale Palmigiano e Associati, che da anni si occupa delle battaglie per le inefficienze della pubblica amministrazione, per capire cosa non avesse funzionato ma, soprattutto, chi avrebbe dovuto vigilare per evitare la situazione, la richiesta, firmata dagli avvocati Alessandro Palmigiano, Licia Tavormina e Luca Panzarella, è di quasi 2.000.000,00 di euro.
La causa ha messo insieme 18 ricorrenti tra cittadini che hanno perso le loro abitazioni o che hanno subito danni rilevanti alle loro attività imprenditoriali (anche un hotel ed un agriturismo) a Cefalù, Gratteri, Gibilmanna, nei dintorni di Palermo, la zona del trapanese e nella provincia di Messina. Le vicende e i racconti hanno denominatori comuni: le fiamme che avvolgono case, attività, automobili, richiesta di soccorsi che tardano ad arrivare e, quando arrivano, non hanno gli strumenti per domare le fiamme, lasciando la gestione dell’emergenza a imprenditori, anziani e famiglie.
L’azione si basa sulla questione che la Regione non abbia adempiuto agli obblighi previsti dalla legge in materia di controllo del territorio e prevenzione degli incendi. Secondo tali norme, infatti, la Regione è chiamata a vigilare in maniera efficace, sia per la tutela del territorio che per la sicurezza dei cittadini.
A causa della violazione di questi obblighi, secondo Palmigiano e Associati, cittadini ed imprese hanno subito gravi danni, che sarebbe stato possibile evitare con la corretta programmazione e con il rispetto delle leggi di settore.
“È un dato di fatto indiscutibile che isiciliani sono ormai costretti a subire inermi le conseguenze di eventi che, con puntualità, ogni estate devastano irrimediabilmente case, terreni, aziende e coltivazioni. Ciò creando danni economici quasi sempre gravi ed irreparabili. Oltre a mettere a repentaglio la vita degli stessi cittadini, e causare gravissimi danni ambientali, compromettendo l’esistenza della flora e della fauna dell’intero territorio”, si legge nella richiesta di Palmigiano e Associati. Come risulta dagli articoli di cronaca che lo studio ha prodotto in tribunale, si tratta di circostanze che si ripetono ciclicamente, rappresentando delle costanti, e quindi risultano altamente prevedibili al verificarsi di condizioni favorevoli alla diffusione e propagazione delle fiamme.
“Il nostro obiettivo è garantire giustizia per chi ha subito ingenti perdite economiche e morali, e soprattutto sensibilizzare le istituzioni affinché episodi simili non si ripetano in futuro – ha detto l’avvocato Alessandro Palmigiano, managing partner di Palmigiano e Associati –. Riteniamo che la responsabilità nella prevenzione degli incendi, la manutenzione del territorio e la salvaguardia dell’ambiente debba essere al centro delle politiche pubbliche, a tutela del patrimonio naturale e delle vite umane. Certamente si tratta di una casistica nuova e di un giudizio complesso ma che riteniamo fondato e che è doveroso fare”.
La causa è appena iniziata con perizie siglate da tecnici ed esperti del settore e con una lunga lista di testimoni, pronti a raccontare i fatti accaduti.