Brutta avventura per il noto chef della prova del Cuoco Natale Giunta. Era a bordo del monopattino quando è finito in una delle tante buche che si sono formate a Palermo per la mancanza di manutenzione negli anni e per le piogge di queste ultime settimane.
E’ successo in piazza Don Sturzo. Il monopattino è finito su una buca e il noto ristoratore è finito a terra sbattendo violentemente la faccia e provocandosi diverse lesioni al naso e in tutto il corpo.
E’ stato operato d’urgenza per ricomporre la frattura al naso e sono stati necessari diversi punti di sutura. E’ lo stesso chef che sui social racconta la brutta avventura.
“Una città che invita i propri cittadini al green, una città che lancia i monopattini come un cambiamento educativo nella mobilità. Una città che rischi la vita con tutte le buche che ci sono in giro.
Grazie per come gestite le strada, le buche. Un naso rotto, punti in testa e traumi ovunque. Grazie al Comune di Palermo. Ringrazio quelle persone che venerdì sera mi hanno soccorso a Piazza Sturzo, ricordo solo che avevano le loro mani piene di sangue senza conoscermi. Ringrazio Il pronto soccorso del Civico, Ringrazio Dario Palazzolo per avermi operato. Grazie Salvo Mularo per avermi sedato”.
Emergenza buche a Palermo
L’emergenza buche continua ad assediare le strade di Palermo. Dopo la pioggia abbattutasi nelle ultime settimane sul capoluogo siciliano, il problema delle voragini si è acuito in maniera esponenziale. Tanti gli automobilisti costretti a cambi ruota o, addirittura, a far ricorso ai propri meccanici di fiducia. Problema pesante soprattutto nelle periferie. Aree dove gli interventi di manutenzione non vengono effettuati da più tempo rispetto al centro città.
Un caos che ha costretto Leoluca Orlando e la sua Giunta a ricorrere a soluzioni d’emergenza. Ciò creando un tavolo tecnico con i dirigenti delle società partecipate. Un confronto dal quale la Rap si è impegnata per i lavori di natura straordinaria. Impegno a cui dovrà seguire l’indizione di una gara d’appalto in regime d’urgenza.
Buche a Palermo: l’opinione dell’esperto
Ma come si è giunti a questa situazione? Lo abbiamo chiesto a Piero Iacuzzo, presidente della Isap, società che si occupa di manutenzione stradale. “Le pavimentazioni stradali sono conglomerati fatti con leganti a basi di bitume, derivati dal petrolio. Nella fase di impasto viene portato ad una temperatura di 180 gradi. Poi quando viene steso, scende di temperatura e passa da uno stati semi-liquido ad uno solido. Tali conglomerati, come tutti i materiali, sono soggetti ad usura”.
Un livello di degrado che, a detta dell’imprenditore, è calcolabile già in fase di stesura. “Durante la posa, si può predire la vita media utile del prodotto. Elemento calcolabile valutando il numero di passaggi; le intemperie metereologiche, elemento che incide sulle irregolarità delle strade; prima della buca si forma la pozzanghera, ovvero un avvallamento. Se vi fosse un sistema di monitoraggio tempestivo e si intervenisse quando la buca è in questo stato, tali imperfezioni si potrebbero risolvere con interventi di poca entità. Altrimenti, l’acqua percorre lo strato sottostante, provocando lo sfaldamento dell’asfalto”.
“Pioggia ha inciso, ma non c’è stata manutenzione seria”
Una serie di buche infinita, moltiplicatasi in seguito alle forti piogge delle ultime settimane abbattutesi sul capoluogo siciliano. A domanda specifica, Piero Iacuzzo concorda sull’incisività del fenomeno nella formazione di voragini in strada. Ma esso rappresenta soltanto un elemento scatenante di un’emergenza annunciata.
“L’arrivo delle piogge delle ultime settimane ha fatto si che si aggravassero quelle criticità presenti. Ma i problemi erano tutti lì, in attesa di un simile fenomeno per manifestarsi. Da anni non viene fatto un piano di manutenzione serio. Anzi, tutto sommato, poteva andare anche peggio. Ma non so per quanto tempo si può resistere. Questi fenomeni sono destinati a crescere senza una manutenzione straordinaria. Siamo già in uno stato di grandissima criticità. Non è più sostenibile. Anche perchè non so quanto stia spendendo il Comune di Palermo in termini di risarcimenti”.
“Interventi su buche in ritardo. Serve stima dei danni”
In merito agli interventi futuri, il presidente di Isap palesa l’insufficienza dei fondi messi a disposizione per la manutenzione ordinaria. Ciò sottolineando anche la necessità di un intervento straordinario e di un costante monitoraggio delle strade.
“Sotto il profilo economico, l’intervento doveva essere fatto ieri. Siamo in ritardo. L’assenza di manutenzione da parte di Rap che, un anno fa circa, ha smesso di fare quel poco di interventi che prima faceva. L’azienda spendeva 2,5-3 milioni per una superficie come Palermo. Una cifra insufficiente. Servirebbe una cifra almeno quattro volte superiore per la sola manutenzione ordinaria. Ma prima bisognerà fare un intervento straordinario. Oggi ci sono aziende e strutture che consentono con strumenti, anche in tempo reale, riescono a fare una radiografia della pavimentazione di una città come Palermo. E, nell’arco di un mese, sarebbero in grado di restituire i dati necessari a stimare i danni. Serve solo un pò di buona volontà”.
Il Comune chiama in causa le Partecipate: Rap capofila
Una situazione critica, che ha costretto il Comune di Palermo a soluzioni d’emergenza. Chiavi di volta ricercate dagli assessori Maria Prestigiacomo e Sergio Marino, in un confronto con i dirigenti delle società Partecipate. Una conference call nella RAP ,tramite il suo Amministratore Unico Girolamo Caruso, ha messo concretamente in campo delle soluzioni tecniche, immediate, prevedendo, sia di mattina che di pomeriggio, l’istituzione di ulteriori equipaggi destinati all’emergenza che, utilizzando asfalto a caldo per singoli interventi, garantiranno una maggiore efficacia dei ripristini stessi.
Per gli interventi definitivi, invece, afferenti le maggiori anomalie stradali, sarà bandita una gara, in regime di urgenza, per l’affidamento di tali interventi ad imprese dotate di macchine “tappabuchi” che potranno consentire in un mese fino a 600 interventi definitivi.
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