Il Centro direzionale della Regione siciliana, che avrebbe dovuto sorgere in via Ugo La Malfa a Palermo, resta, per il momento, una pagina del libro dei sogni. Sarà necessario trovare un’altra sede per la mega struttura che avrebbe dovuto ospitare, almeno secondo i piani del governo Musumeci, tutti gli assessorati ed altri grandi uffici.
Cosa è accaduto
Il progetto è finito in soffitta. Quanto accaduto all’Ars viene ricostruito dal Giornale di Sicilia.
Tutto è da attribuire a un voto notturno, uno dei tanti che hanno portato al varo della Finanziaria all’Ars.
E contestualmente si è aperta una crepa fra la Lega palermitana e Fratelli d’Italia.
Con una norma di poche righe, proposta dalla leghista Marianna Caronia e approvata, con l’aiuto dell’opposizione e di frange del centrodestra, è stato cancellato il finanziamento da 20 milioni che doveva servire ad acquistare l’area in cui doveva essere realizzata la struttura.
Stop al progetto, i fondi dirottati alle residenze universitarie
Dunque il progetto si ferma tra le polemiche. In pratica, l’emendamento proposto da Caronia, toglie i 20 milioni stanziati un anno fa e li dirotta verso l’acquisto o la ristrutturazione di nuovi immobili destinati a residenze per universitari.
“Proviamo così a risolvere una emergenza che vede giovani studenti fuori sede senza alloggio o costretti a vivere negli attuali alloggi, che sono in precarie condizioni”: questo il commento di Marianna Caronia da sempre contraria alla realizzazione del Centro.
La posizione dell’assessore regionale Aricò
Di parere opposto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò.
Prima del voto aveva caldeggiato un approfondimento sul progetto, coinvolgendo il Comune di Palermo, con particolare riferimento all’impatto dell’opera sui flussi della viabilità cittadina.
Ora che lo stop al progetto è realtà, l’assessore appare ‘rassegnato’. “Non posso che prendere atto – dice – della volontà dell’aula. Con l’articolo approvato il governo non è più autorizzato ad acquistare l’area di via La Malfa. È chiaro che il progetto dovrà ripartire, a questo punto, dalla ricerca di un nuovo terreno dove sia possibile prevedere la realizzazione del centro direzionale. Servirà, quindi, un confronto con il Comune per trovare una sede adatta”.
Il ‘vecchio’ progetto
Dovendo trovare un’altra sede, si dovrà procedere con un altro progetto.
Peccato, però, che il vecchio progetto sia costato quasi due milioni di euro.
I 20 milioni saltati per via dell’emendamento della Caronia, invece, servivano per acquistare il terreno: ma il budget totale, per poi realizzare il centro direzionale, è di 425 milioni. Soldi dei quali la Regione dispone ancora. La gara di progettazione era costata esattamente un milione e 933mila euro, ma è strettamente legata all’area che però adesso non potrà essere acquistata.
La polemica già da tempo e il botta e risposta tra Di Paola e Armao
Le polemiche sulla realizzazione del Centro direzionale vanno avanti già da tempo, almeno un anno.
In occasione della Finanziaria del 2022, l’allora assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, si era battuto per far approvare lo stanziamento extra di 20 milioni per il Centro direzionale.
I deputati del M5S avevano richiamato l’attenzione sul progetto, che marciava, seppur lentamente, dalla fine del 2018: l’area prescelta era quella dove già si trova l’assessorato regionale all’Ambiente, che sarebbe dovuto essere abbattuto.
Il leader del M5S, Nuccio Di Paola aveva sollevato non pochi dubbi, chiedendosi “perché la Regione dovrebbe spendere 20 milioni per un’area che è già sua?”.
Armao aveva risposto: “In realtà la Regione non è proprietaria di quell’area. Lo è il fondo immobiliare di proprietà della Prelios, di cui la Regione è socia al 30% e che vede nella compagine societaria grandi gruppi bancari. Dunque per poter realizzare lì il centro direzionale dobbiamo tornare alla piena proprietà dell’area”.
Alla fine, i 20 milioni all’Ars vennero stanziati. E poi rimasero fermi in un cassetto per un anno.
Fino al colpo di scena attuale, e la loro destinazione agli Ersu.
Commenta con Facebook