Aveva messo in piedi una associazione no profit dietro la quale nascondeva uno studio medico per la cura dell’obesità e il dimagrimento ma non aveva alcun titolo medico per svolgere questa attività. Una donna è sarà denunciata e il suo studio/associazione posto sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Palermo nel quartiere di Cruillas dopo una perquisizione effettuata su delega della Procura della Repubblica di Palermo.
L’attività investigativa si è incentrata su una associazione no profit palermitana, gestita direttamente dalla indagata, nella cui sede, ubicata nel quartiere Cruillas, le Fiamme Gialle hanno scoperto un vero e proprio studio professionale abusivo di dietetica e nutrizione, dotato dei necessari strumenti, quali bilance impedenziometriche, lettini e prodotti cosmetici di ogni tipo.
Proprio in tale luogo, infatti, è stato accertato svolgersi l’attività illecita, consistita essenzialmente nella prescrizione, da parte dell’indagata, senza alcun titolo, di diete e piani alimentari, all’esito di consulenze fornite da soggetto incompetente, in assenza della prescritta e necessaria abilitazione.
Le attività svolte hanno consentito, secondo l’accusa, di ricostruire con precisione il modus operandi: l’indagata, rappresentando falsamente ai propri clienti di essere una professionista del settore della nutrizione e di essere in possesso dei titoli necessari per svolgere tale attività, coadiuvata nelle operazioni da diverse collaboratrici (la cui posizione è allo stato al vaglio dell’A.G.) – anch’esse prive di qualsivoglia titolo ed esperienza nel settore, in quanto per lo più semplici casalinghe – convinceva i propri clienti ad affiliarsi, aderendo alla associazione, promettendo dimagrimenti sicuri e rapidi.
Dietro il pagamento di 50 euro, apparentemente come quota associativa, da versare al momento dell’accesso allo studio, i pazienti, dopo una preliminare visita, ricevevano dalla responsabile dello studio veri e propri piani alimentari, che sosteneva essere calibrati sulle singole esigenze rappresentate e sulla base di quanto accertato nel corso della visita. Inoltre, sulla base di asserite valutazioni di analisi ematiche e prove allergiche, la sedicente professionista, sebbene non in possesso dei titoli necessari per garantire la genuinità delle valutazioni operate, al fine di aumentare i propri profitti, convinceva gli ignari pazienti ad abbinare alla dieta prescritta o al piano alimentare individuato l’assunzione di integratori alimentari di origine americana, inducendoli all’acquisto. In tal modo, l’indagata riusciva ad incrementare i propri illeciti guadagni attraverso la vendita di tali prodotti, compravenduti mediante il noto sistema del multi-level marketing.
Al momento dell’intervento i finanzieri hanno potuto accertare la effettiva presenza delle collaboratrici dell’indagata, intente a visitare e a prescrivere diete a numerosi pazienti presenti nello studio, i quali solo in quel momento realizzavano che lo studio non era abilitato a svolgere tale tipo di attività, nonché di aver messo in pericolo la propria salute.
Oltre ad alcune persone presenti in sala d’attesa, pronte per essere visitate, venivano identificati altri pazienti proprio nel momento della visita, tra cui una signora anziana che aveva modo di raccontare nella immediatezza ai finanzieri di essersi recata presso lo studio con l’intento di dimagrire a causa di alcuni problemi fisici legati all’età, nonché una ragazza minorenne, accompagnata dalla propria madre, la quale dichiarava ai militari di aver scelto lo studio dell’indagata al fine di farsi prescrivere una dieta e un piano alimentare idoneo, compatibile con lo svolgimento dell’attività fisica praticata nel tempo libero.
Al fine di evitare che il reato potesse essere portato a conseguenze ulteriori, le Fiamme Gialle hanno posto i sigilli ai locali del centro abusivo, sequestrando lo studio e gli strumenti ivi rinvenuti. Le evidenze probatorie acquisite durante le perquisizioni hanno, quindi, confermato, sempre secondo gli inquirenti, l’ipotesi accusatoria mossa nei confronti della titolare dello studio; sono invece ancora al vaglio degli inquirenti le posizioni delle collaboratrici identificate nel corso delle attività.