È di 100 milioni il contributo di parte corrente a sostegno delle spese dei Comuni per l’affidamento per sentenza di minori e famiglie in condizioni di fragilità che si va ad aggiungere al Fondo di solidarietà comunale, incrementato di 56 milioni di euro: la manovra 2025 risponde alle necessità degli Enti locali, a partire dalle esigenze dei più deboli”. A dichiararlo sono i responsabili degli Enti Locali dei partiti di centrodestra – Pierluigi Biondi (FdI), Stefano Locatelli (Lega), Maurizio Gasparri (Forza Italia), Giuseppe Bicchielli (Noi Moderati), e Antonio De Poli (Unione di Centro) – e i vicepresidenti di Anci, Alessandro Tomasi (FdI), Roberto Pella e Daniele Silvetti (FI), Ignazio Messina (Noi Moderati), Massimo Cavazzana (UdC).
Continuità ai servizi erogati dai Comuni
“Si tratta di provvedimenti significativi, chiesti a gran voce dagli amministratori, che – insieme all’eliminazione del blocco del turn over, fortemente richiesto da ANCI – fanno sì che si possa assicurare continuità ai servizi erogati dai Comuni e dalle Città Metropolitane, tenuto conto della forte riduzione di personale dovuta a vincoli non certo introdotti dal centrodestra”, continuano.
Per gli esponenti di centrodestra, dalla manovra emerge anche “un’attenzione nei confronti dei piccoli comuni che potranno attingere a un fondo da 5 milioni di euro per garantire e rafforzare i servizi sociali. Determinante anche l’emendamento che ha consentito di scongiurare il rischio di vedersi revocati molti contributi per interventi di rigenerazione urbana e, per una parte, i contributi per le cosiddette ‘opere medie’, i cui ritardi nell’affidamento dei lavori sono spesso dovuti alla complessità delle procedure”.
La sostenibilità
“È evidente – continuano – che il governo Meloni continua a fare la differenza in termini di sostenibilità. Sono i numeri a parlare: 196 milioni di euro risparmiati con l’azzeramento della rata della spending review informatica, introdotta dal governo Conte 2, e il mantenimento in capo al comparto Enti locali del cosiddetto ‘Fondone Covid’, di 480 milioni. Risorse che verranno restituite agli Enti locali per le loro maggiori esigenze invece di creare risparmi sul bilancio nazionale. Scelte concrete che testimoniano una visione chiara dell’esecutivo, l’unico che è riuscito a determinare la temporaneità del decreto legge numero 66 del 2014, che disciplina il concorso degli Enti locali alla riduzione della spesa Infine, si ricorda che “nel quinquennio 2014-2019, quando governava il centrosinistra, i tagli certificati dall’Istituto per la finanza e l’economia locale (Ifel) ammontavano a 4 miliardi e 179 milioni di euro e senza considerare il Fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde), che ha ulteriormente aggravato la situazione finanziaria dei comuni”, concludono gli esponenti di centrodestra.
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