“Gli assistenti sociali che in questi due anni hanno lavorato nei comuni e nei distretti socio-sanitari siciliani, grazie ai fondi del Pon Inclusione, sono una risorsa vitale per gli enti e hanno accumulato un’esperienza che non può essere dispersa. Chiediamo alla Regione, all’Anci Sicilia e all’Ordine degli assistenti sociali di prorogare i contratti per non interrompere i servizi”.
Lo dicono Nicola Scaglione e Giovanni Paternostro del Csa-Cisal.
“Si tratta di centinaia e centinaia di operatori che svolgono funzioni socio-assistenziali complesse ma importantissime per l’inclusione, il benessere e la presa in carico di persone svantaggiate o in condizione di marginalità sociale – dicono Scaglione e Paternostro – I Comuni in questi due anni hanno colmato le carenze in pianta organica e offerto quindi ai cittadini un servizio indispensabile, specie durante la pandemia. Non possiamo disperdere questo bagaglio prezioso di esperienze, per questo chiediamo che si deroghi alla norma prorogando i contratti con le somme del Pon Inclusione e con il Fondo povertà. Non possiamo privare i cittadini, già duramente colpiti dalla pandemia, di servizi così essenziali e per questo chiediamo alle istituzioni un incontro in tempi brevissimi”.
Lo scorso 26 settembre, Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia ha dichiarato: “Rafforzare il servizio sociale professionale dei dipartimenti per le politiche sociali dei Comuni vuol dire garantire un’azione concreta di contrasto alla povertà e tutelare le tante famiglie che vivono gravi situazioni di disagio economico nelle nostre città”.
“Chiediamo, pertanto, al Governo nazionale e al Governo regionale di rendere stabile l’assunzione di tutti gli operatori educativi che in questi ultimi 2 anni si sono formati ed hanno svolto il loro ruolo con professionalità e competenza – ha continuato Orlando – confermando i contratti in vigore, mediante l’utilizzo dei finanziamenti del PON inclusione e del Fondo povertà”.
“Garantire gli standards strutturali ed organizzativi dei servizi socio – assistenziali, come stabilito dalla legge regionale 9 maggio 1986 n. 22 – ha concluso il presidente dell’ANCI Sicilia – vuol dire mettere i nostri Comuni nelle condizioni di svolgere un’azione di contrasto alla povertà più efficace favorendo l’inclusione sociale e un maggiore sviluppo delle nostre comunità”.
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