Sentitosi in trappola, Matteo Messina Denaro avrebbe provato a scappare dalla clinica La Maddalena di Palermo dove era in cura per un tumore.
La fuga disperata del boss bloccato in un bar
Lo svela l’AGI che ha raccolto le testimonianze del personale della struttura sanitaria, per cui, l’ormai ex latitante, avendo compreso del blitz dei carabinieri, sarebbe fuggito a piedi, raggiungendo un bar dove è stato bloccato e catturato dai militari.
In cura da oltre un anno
Secondo un medico della clinica, da almeno un anno Messina Denaro frequentava La Maddalena sotto il falso nome di Andrea Bonafede, nato il 23 ottobre 1963.
Stamattina, come altre volte, avrebbe messo piede nella struttura per sottoporsi al ciclo di chemioterapia per via del cancro. Naturalmente, prima di entrare nell’area dedicata alla somministrazione del farmaco, il personale sanitario gli avrebbe fatto un tampone per accertare che non avesse il Covid.
Carabinieri in assetto da guerra
I carabinieri del Ros, in occasione del blitz, si sono presentati in assetto da guerra e non sapendo in quale zona della clinica si trovasse il boss di Castelvetrano hanno controllato ogni angolo. Si sono sentiti dei rumori che, evidentemente, hanno allarmato Messina Denaro che, realizzando di essere stato scoperto, avrebbe tentato una disperata fuga a piedi.
La testimonianza di un medico
“Era seguito in chirurgia dove è stato operato e oncologia, era venuto qua per un tampone stamattina e poi per seguire i trattamenti con un altro nome, era un paziente noto alla clinica, ha fatto anche dei trattamenti. Un anno sicuramente per il day hospital. Ma non avevamo alcuna idea di chi fosse, figuriamoci se potevamo saperlo o riconoscerlo” racconta all’AGI un medico.
Il ministro Piantedosi
“Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia” ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi appena appresa la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro al suo arrivo ad Ankara per incontrare il
suo omologo turco. “Complimenti alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie”.
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