La voce corre già da una settimana, forse anche dieci giorni, ma è un sussurro, un prudente sussurro. Caterina Chinnici, magistrato, figlia di cotanto padre, già assessore regionale per oltre 4 anni, per due volte (dieci anni) eurodeputato, prima in linea di successione per salire al parlamento europeo per la terza volta nella lista di Forza Italia in caso di rinuncia di uno dei due (Tamajo probabilmente resterà in Sicilia), sarebbe la figura giusta per una nomina importante in quota a quelle che spettano al Parlamento.

Corte Costituzionale degno approdo

La nomina a magistrato della Corte Costituzionale sarebbe il degno approdo di una lunga carriera. Sul fronte politico, inoltre, libererebbe un posto nella geografia delle alleanze e delle richieste di spazio.

L’eventualità, però, non è solo quella della Corte Costituzionale. Per Caterina Chinnici si pensa anche al Csm, il Consiglio Superiore della Magistratura, o al Dap, il Dipartimento penitenziario del Ministero che sovrintende al sistema delle carceri. Per la nomina al Csm potrebbero volerci da sei a 8 mesi, forse anche meno per il Dap mentre per la Corte Costituzionale servirà un anno almeno.

Gli equilibri che cambiano

Dunque occorre fare i conti con il prossimo anno e con le richieste che arrivano dagli alleati diretti di Forza Italia. I due eletti in Europa nella lista Isole di Forza Italia sono Tamajo e Falcone. Quest’ultimo non ha mai fatto un mistero: andrà in Europa. Domani a Roma Tajani e Schifani insieme scioglieranno il nodo che riguarda tanto la scelta di Edy Tamajo, che secondo tutti i rumors sembra intenzionato a restare in Sicilia, tanto dei rapporti con gli alleati interni. Se Tamajo rinuncia, infatti, tocca a Caterina Chinnici ma se la Chinnici rinuncia a sua volta tocca a Massimo dell’Utri, uomo di Noi Moderati votato anche da Totò Cuffaro, che ha raccolto 70mila voti.

La richiesta degli alleati centristi

Che Noi Moderati e Nuova Dc abbiano avuto un ruolo nel risultato elettorale è cosa chiara. Non solo per i voti di Dell’Utri ma anche per come hanno spinto le “terzine” dando, quindi, preferenze anche ai candidati forzisti. Adesso, a fronte di questo ruolo, anche numerico, chiedono spazio. Per Schifani gli alleati centristi sono un valore e dunque li sta a sentire. Lo ha fatto ieri incontrando Saverio Romano e Totò Cuffaro a Palazzo.

In questa ottica l’incarico in Corte Costituzionale a Caterina Chinnici aprirebbe la strada a Dell’Utri e questo semplificherebbe le trattative in vista del rimpasto. Il centro chiede infatti, rappresentanza e non intende arretrare rispetto ai due assessori di Cuffaro. Senza considerare che, oltre a Noi Moderati, c’è anche la posizione di Lombardo e dei suoi autonomisti. Che Fratelli d’Italia faccia spazio è cosa da escludere anche per una questione numerica (di voti raccolti) a prescindere da qualsiasi alta considerazione. Dovrebbe, dunque essere Forza Italia a consegnare un assessorato ma la cosa è altrettanto difficile visto che Falcone, rappresentante della seconda corrente azzurra, ha pur sempre messo insieme centomila voti e non accetterà che al suo posto ci sia una persona non indicata da lui.

L’ipotesi

Per cercare di accontentare tutti, dunque, l’ipotesi che si fa strada è quella di lavorare per il prestigioso incarico a Caterina Chinnici e, nell’attesa, per lei potrebbe esserci un assessorato. Così facendo Dell’Utri andrebbe a Bruxelles. Lo spazio per la Chinnici potrebbe esserci se, oltre Falcone, facesse un passo indietro anche Giovanna Volo, assessore tecnico voluto da Schifani che è data in partenza al giro di boa. Così ci sarebbe spazio per tutti.

Ma la politica è l’arte del trasformismo nel breve volgere di qualche ora quindi ci sarà da attendere per capire. A cominciare da domani quando le prima scelte saranno ufficializzate

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