Parte il tour elettorale di Cateno De Luca. L’esponente di Sicilia Vera sceglie Palermo e la sua provincia per iniziare la strada che porta alle elezioni regionali d’autunno. Ad affiancarlo il portavoce Ismaele La Vardera e l’europarlamentare Dino Giarrusso, con il quale il candidato alla presidenza della Regione ha sottoscritto un ticket sotto l’egida del nuovo simbolo “Sud cambia Nord”. Presidenti diversi sindaci della città Metropolitana, così come alcuni volti noti della politica palermitana.
Prima tappa del tour a piazza Indipendenza, dove De Luca ha incontrato prima i giornalisti e poi alcuni simpatizzati. Nel pomeriggio l’esponente di Sicilia Vera si dirigerà a Mondello, dove farà una passeggiata sul lungomare per incontrare i cittadini. Dopodichè, l’ex sindaco di Messina si sposterà in provincia. Primo stop a Campofelice di Roccella, dove incontrerà una delegazione di agricoltori e sostenitori. De Luca si sposterà poi a Termini Imerese, per poi chiudere la giornata con un comizio elettorale a Cerda, fissato per le 22.00.
Intervenuto ai microfoni dei giornalisti, Cateno De Luca parte nella sua analisi dall’avvio del suo tour elettorale. Tappa di avvicinamento alle elezioni Regionali preceduta da diversi momenti preparatori e che ora vive uno dei punti nevralgici. “Noi abbiamo preso di caffè negli scorsi mesi. Oggi inizia la vera e propria fase di arruolamento. Un concetto diverso. Da ora vedrete l’adesione di sindaci, consiglieri comunali ed amministratori. Gente che è stata spremuta dalla politica e che rappresenta il territorio. Sempre utilizzati come semplici portatori di voti. Ora si materializza l’esercito di liberazione della Sicilia dalla banda bassotti della politica. Qualcuno pensava che il nostro fosse un ragionamento folkloristico. Da oggi cominciamo a contare”. Regola ferrea rimane quella di non ricandidare deputati regionali uscenti. Un principio sul quale Cateno De Luca non torna indietro.
L’ex sindaco di Messina passa poi in rassegna l’attuale quadro politico. Una realtà, quella siciliana, che secondo Cateno De Luca è piena di spaccature interne. Dissidi che, in un certo senso, il candidato alla presidenza della Regione dice di avere alimentato. “Possiamo dire che le abbiamo provocate. Noi abbiamo scatenato un “Catemoto”. Avevamo detto che gli effetti sarebbero stati quello di un crollo nei contenitori di centrodestra e centrosinistra. Inoltre, si sono generate delle faide che avrebbero creato lo spettacolo indecoroso a cui assistiamo. Ormai, il loro interessere è tentare di vincere, anche proponendomi di candidarmi per loro. Ovviamente siamo alla follia”.
“La verità è una – sottolinea Cateno De Luca. I partiti in Sicilia non erano abituati a trattare con uomini e donne disinteressati dal potere fino a se stesso. Questa strategia ha creato un’aspettativa che si traduce nell’arruolamento di uomini e donne che ci porteranno ad eleggere non solo Cateno De Luca come sindaco di Sicilia, ma all’affermazione di una nuova classe dirigente regionale che ci vedrà proiettati anche in ambito nazionale con la nostra nuova creatura “Sud chiama Nord”, guidata dal nostro alfiere Dino Giarrusso che sta facendo tremare i palazzi romani. Non è solo una partita siciliana”.
Spaccature che hanno portato a diversi movimenti in chiave regionale. A domanda specifica, De Luca si è soffermato in particolare su quanto proposto da Gianfranco Miccichè, attuale coordinatore regionale di Forza Italia. “E’ stato caruccio. Lui, quando è stato a Messina nell’aprile del 2018, mi aveva offerto di candidarmi come sindaco di Messina per l’intero centrodestra. Oggi è disposto a proporre il mio nome come candidato alla presidenza della Regione. Peccato che voglio fare il sindaco di Sicilia e non voglio fare il pupo nelle mani dei soliti. Non siamo interessati a mangiare la mela del peccato”.
A proposito dell’attuale quadro politico, domenica 10 luglio si svolgerà il primo confronto fra i candidati del centrosinistra alle primarie. Momento di confronto nella coalizione progressista che vedrà contrapposti i profili di Claudio Fava, Barbara Floridia e Caterina Chinnici. Una lotta che vivrà il suo apice a fine luglio, con il voto degli elettori. Anche se Cateno De Luca non ha dubbi su chi possa vincere tale competizione. “Noi abbiamo già stabilito i nostri competitori. Sul fronte del centrosinistra, sarà Caterina Chinnici. Ciò perchè è stato stabilito a settembre scorso con il patto della granita alle mandorle tostate, presa a Pedara con il segretario regionale del PD“.
Sull’altro fronte, Cateno De Luca non ha mai nascosto di preferire, come futuro avversario, il nome del governatore uscente Nello Musumeci. Un profilo che l’ex sindaco di Messina ha chiamato in campo più volte, anche se esprim qualche possibilità sulla ricandidatura dell’attuale presidente della Regione. Ciò per movimenti interni a Fratelli d’Italia, in un quadro nazionale più complessivo. Una parentesi nella quale Cateno De Luca lancia una frecciata alla leader del partito, Giorgia Meloni.
“Per quanto riguarda il centrodestra, preferirei avere contro Nello Musumeci tutta la vita. Purtroppo questa notte è scoppiato il fattore “Lollo”. Cioè, Giorgia Meloni ha la possibilità di candidare suo cognato come presidente della Regione Lazio. Ecco perchè Musumeci va ogni settimana a Roma, come se dovesse rifare il tagliando. Va lì per farsi ribadire che lui è il candidato di Fratelli d’italia. La Meloni ha un interesse familiare ben preciso. Lo fa Giancarlo Cancelleri perchè non deve farlo lei. Il fattore familiare gioca molto”.
Una mossa, quella della ricandidatura di Musumeci, che potrebbe, a parere di Cateno De Luca, avere conseguenze sull’asse orientale del centrodestra. “Io sto facendo di tutto per avere candidato come avversario Nello Musumeci. E questo ha fatto anche incazzare il mio amico Luca Sammartino, che se ne andrà dalla Lega perchè non può sostenere uno che gli ha augurato le patrie galere. Gianfranco Miccichè ha bruciato tutto il suo harem. Di conseguenza è tornato a Cateno De Luca. Il buon Raffaele Lombardo ha mandato Massimo Russo da Calenda. Si potrebbe prefigurare una sua candidatura con il sostengo di Miccichè, Forza Italia spaccata, la Lega spappolata e il sostengo di Sammartino. Perderanno, lo sanno. Ma questo consentirebbe loro di rieleggere quantomeno ognuno i proprio “amici” e, a Raffaele Lombardo, suo nipote. Tutto questo ci consente di conquistare Palazzo d’Orleans e di governare la Sicilia”.
Non manca una battuta a quanto sta avvenendo all’interno della Lega. Dopo la mossa del parlamentare Nino Germanà in quel di Messina, che si è alleato appunto con Cateno De Luca, e il risultato deludente conseguito a Palermo, all’interno dei ranghi del Carroccio si è scatenata una diatriba interna, fuoriuscita a causa delle parole di fuoco dell’ex capogruppo Igor Gelarda rivolte al segretario regionale del partito Nino Minardo. E proprio la figura dell’ex consigliere comunale è spiccata fra i presenti alla conferenza stampa di Cateno De Luca. Contesto nel quale hanno fatto capolino diversi sindaci e alcuni volti noti delle scorse amministrative. Come quello di Filippo Occhipinti, ex consigliere comunali di Italia dei Valori e candidato, nell’ultima tornata elettorale, tra le fila di Fabrizio Ferrandelli.
“Il problema che ha avuto la Lega è semplice. Hanno scelto un segretario regionale indicato da Raffaele Lombardo. Dopodichè, la Lega ha iniziato un percorso e ha imbarcato di tutto. Purtroppo, chi ci ha messo la faccia dall’inizio è ovvio che sono stati calpestati. Gelarda è qui e mi fa piacere. Ho lanciato un appello non solo a quelli che sono gli uomini e le donne che inizialmente hanno portato avanti il progetto e si sono ritrovati scavalcati dall’operazione lavatrice e di riciclaggio politico che stata messa in atto in Sicilia. Ma abbiamo lanciato l’appello a Petralia, vicesegretario giovanile a Catania del PD. Solo per avere manifestato una “simpatia” nei miei confronti, gli hanno imposto un comunicato di smentita che ovviamente non ha firmato e che domani verrà a prendersi un caffè di solidarietà con me”.
Una tornata elettorale, quella che riguarderà le elezioni Regionali d’autunno, sulla quale Cateno De Luca si dice ottimista, puntando principalmente sulla strategia delle cosidette liste di rappresentanza, ovvero un’aggregazione di compagini civiche già proposta come modello durante la campagna elettorale di Messina che ha visto la vittoria del candidato di Sicilia Vera Filippo Basile. Ed è proprio dal caso Messina che Cateno De Luca parte nella sua analisi, spiegando quale sarà la sua tattica in vista del prossimo appuntamento elettorale d’autunno.
“Il dato di Messina va letto in base alla nostra strategia. Abbiamo tolto a Messina il 10% al centrodestra e il 60% al centrosinistra-M5S. Una fascia di popolazione che rappresenta la gente che è indignata nei confronti del M5S che ha trasformato un movimento in uno dei peggiori contenitori partitocratici. E oggi quella stessa gente se ne sta andando. Noi non siamo i nuovi M5S, noi siamo nuovo garantito. Portiamo avanti principi di buona amministrazione che sono stati peraltro fondanti rispetto alla compagine pentastellata. Sono figlio del popolo, sono eletto dal popolo e non dai partiti. Oggi rappresentiamo un’alternativa, che è stata anche asseverata sul campo. Messina è stata una lezione eclatante per tutti. E questo risultato lo stiamo ribaltando anche in ambito regionale, con le nostre liste di rappresentanza. Uomini e donne libere scendono in campo”.