Il “Cateno contro tutti” è andato in scena a Casa Minutella. Accerchiato da una pattuglia di giornalisti agguerriti coordinati dalla conduzione di Massimo Minutella, l’ormai ex sindaco di Messina ha spiegato le ragioni della sua candidatura alla presidenza della Regione siciliana. Prima di tutto, ha precisato di non voler essere chiamato “ex Sindaco”: “sarò il Sindaco di tutta la Sicilia”. Ma con quali numeri? De Luca è convinto di avere un seguito cospicuo: “ho un esercito, ho già candidati per presentare otto liste alle elezioni regionali. Dell’organizzazione ne ho fatto una cultura. Vorrei ricordare a me stesso che sono stato dirigente generale, fino a qualche anno fa, di una struttura presente in 78 province, 18 regioni e con 1500 sportelli. In quanto a organizzazione posso dare lezioni, salgo in cattedra anche per questo”.
Cateno contro tutti, meridionalista “dalle mani libere
De Luca non ha mai fatto mistero di una sua tensione “meridionalista”. E’ possibile un rapporto con la Lega di Matteo Salvini? “Non ho pregiudizi, ma ogni progetto deve assolutamente incarnarsi nella proiezione delle elezioni politiche con uno schieramento. Per poter arrivare a questo significa anche organizzare per bene un progetto già in Sicilia. Noi non abbiamo pregiudizi, abbiamo le mani libere. Questo consente di fare un ragionamento a parti invertite, mentre il buon Musumeci va a Roma per farsi battezzare. Per candidarsi alla presidenza della Regione noi qui invece possiamo determinare oggi un nuovo equilibrio”.
Cateno contro, ma soprattutto contro il presidente Musumeci
De Luca spiega di puntare a fare breccia sulle divisioni delle due coalizioni, soprattutto guardando al fronte del centrodestra, disunito quanto mai nel definire la candidatura alla Presidenza della Regione siciliana. Nel centrodestra volano gli stracci, mentre il centrosinistra non si decide a scegliere. Parlando delle polemiche interne al cdx, De Luca sostiene che siano “emerse le contraddizioni che hanno segnato questa esperienza di Musumeci. L’impegno era candidarlo e sostenerlo per i cinque anni da presidente. Nessun impegno era stato preso per gli anni successivi. Quindi la fuga in avanti di Musumeci ha fatto saltare dalla sedia tutti quanti”. Ora ci troviamo di fronte a una situazione ben precisa “da un lato Musumeci si auto ricandida, si è servito dei partiti per essere eletto ma poi ha governato in solitudine”.
Voglio una Sicilia non palermocentrica
Secondo De Luca, uno dei punti da risolvere è l’impostazione “palermocentrica” del governo regionale. Una volta eletto, “vorrei essere ricordato per essere riuscito a trasformare una Sicilia attualmente palermocentrica. Questo non è significa averla contro i palermitani, significa che questa impostazione politica accentra tutto, soffoca il territorio, e fa pagare il pizzo legalizzato al mondo delle imprese ed ai Comuni”.
“La mia candidatura spacca centrodestra e centrosinistra”
De Luca punta a designare la sua candidatura in modo trasversale: “La mia è una candidatura che spacca. Dobbiamo finirla con il raccontare che il mio elettorato sia di centrodestra. A chi sostiene questo dico che avrò più candidati in lista probabilmente provenienti dal mondo degli ex 5 Stelle e del Pd”.
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