Il Telegraph la cita quale unica mostra da visitare nella guida delle 48 ore in Sicilia. Analoga attenzione e risalto gli ha riservato anche la stampa nazionale.
“Castrum Superius. Il Palazzo dei Re normanni”, nelle Sale Duca di Montalto di Palazzo Reale ha attratto, dal 15 maggio giorno della sua apertura, quasi 406 mila visitatori. Un’esposizione che ha messo d’accordo tutti: pubblico, critica ed esperti del settore. Un progetto inter-istituzionale della Fondazione Federico II, in collaborazione con l’Assemblea Regionale Siciliana e, tra gli altri, il Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, la Soprintendenza per i Beni Culturali e il Centro Regionale per la Progettazione e per il Restauro. Uno sforzo condiviso di energie premiato da uno straordinario successo di pubblico e che vede la proroga della mostra al 23 febbraio.
Nel contempo, l’ampliamento delle opere in esposizione grazie alla nuova collaborazione con i Musei Capitolini di Roma e la Fondazione Santarelli.
Lunedì 13 gennaio l’allestimento si arricchirà di cinque nuovi reperti normanni che raccontano la raffinatezza delle produzioni legate al periodo. In essi vengono rappresentati elementi iconografici della cultura e della storia normanna; esempio ne è la testa leonina in porfido simbolo del potere dei regnanti così come il capitello con aquile. In mostra anche la preziosa statuetta effigiante Costanza d’Altavilla, un cammeo con testa maschile e un intaglio rappresentante una maschera.
Sono tante le eccezionalità di Castrum Superius come la scelta dei curatori.
La mostra, infatti, non presenta uno o più curatori, com’è consuetudine della Fondazione Federico II, ma una curatela collegiale che coincide con un comitato scientifico di ampio respiro internazionale tra cui Stefano Biondo, Henri Bresc, Vladimir Žorić, Maria Concetta Di Natale, Giuseppe Barbera, Maria Maddalena De Luca, Antonino Giuffrida e Stefano Vassallo, che, insieme ad altri, hanno firmato i saggi in catalogo (edito dalla stessa Fondazione Federico II).
Ed altrettanto eccezionale e significativo il messaggio culturale alla base dell’evento espositivo: il palazzo, il più antico parlamento d’Europa, torna a essere simbolo, come fu in antichità, di convivenza e cooperazione tra mondi e culture diverse.
Un fiume di visitatori (per essere precisi 405,376 mila) proveniente da tutto il mondo. Finlandesi, giapponesi, francesi, inglesi, tedeschi, russi, cinesi e italiani concordi nell’apprezzare la mostra Castrum Superius. E così dai diversi libri delle firme saltano fuori commenti come: “Mostra molto interessante. Sarebbe bello diventasse permanente”, scrive Manuela da Como. E, ancora, “Amazing!” scrive Hideki di Tokyo. Oppure riconoscimenti ai pannelli per la puntualità nelle descrizioni: “Ottime le descrizioni e l’allestimento”, Miguel dal Perù.
Apprezzamenti che, considerata l’importanza storico-documentale degli apparati e dei reperti in mostra, forse, avrebbe meritato di fare dell’evento espositivo temporaneo una mostra permanente a Palazzo Reale.