Nel giorno del 42esimo dal sacrificio di Peppino Impastato, la Regione compie un ulteriore passo avanti nella procedura di esproprio dell’edificio rurale di Cinisi dove fu ucciso il giornalista siciliano. È stato infatti registrato in ragioneria il decreto del dirigente generale del dipartimento regionale dei Beni culturali, Sergio Alessandro, di determinazione dell’indennità provvisoria di espropriazione in favore della ditta proprietaria del casolare e del terreno rurale circostante, secondo la stima redatta dalla Soprintendenza di Palermo.
Il presidente della Regione Nello Musumeci ha pertanto dato disposizioni agli uffici di accelerare al massimo le procedure.
Il nove maggio del 1978, in una stradina interna nei pressi dell’aeroporto Falcone-Borsellino, il fondatore di Radio Aut venne colpito e tramortito e probabilmente subito ucciso, prima di essere trasportato sui binari della vicina ferrovia, sulla quale i resti del suo corpo vennero poi rinvenuti.
“Quel luogo di violenza mafiosa – ha commentato il governatore- appartiene ormai idealmente al patrimonio di tutti i siciliani onesti, al di là delle collocazioni. Acquisire il casolare e salvaguardarlo, quindi, è il necessario atto consequenziale che la Regione e gli enti locali hanno il dovere di compiere”.
A dicembre 2019 a Palazzo Orleans, era stato siglato il Protocollo di intesa tra Regione Siciliana, Città metropolitana di Palermo e Comune di Cinisi per il recupero e la valorizzazione del “casolare Impastato”. Un accordo che avvia il percorso per rendere il luogo, divenuto simbolo della lotta alla mafia, accessibile a tutti.
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