L’emergenza abitativa a Palermo è una vera e propria piaga che sembra non avere fine. Lo sanno bene le 20 famiglie senzacasa che per quattro anni hanno vissuto nei container di via Messina Montagne, accanto a una discarica, in condizioni di degrado assoluto.
Nel dicembre 2011 su ordinanza dell’allora sindaco Cammarata, la baraccopoli era stata smantellata e le famiglie erano state alloggiate in appartamenti confiscati dalla mafia. Case che avevano a lungo sognato e che adesso dovranno lasciare.
Sono arrivati infatti i primi avvisi di sgombero per liberare le abitazioni da parte del Comune per decadenza dei requisiti necessari all’assegnazione.
Una prospettiva, quella di andar via da quelle case, che getta nello sconforto le famiglie che temono di finire nuovamente per strada.
L’assegnazione delle case aveva durata semestrale ed è stata rinnovata di volta in volta nel corso degli anni, già quando nel 2012 sono arrivate le prime diffide per lasciare gli appartamenti. Adesso, invece, la paura di un nuovo sgombero sembra essere più concreta.
“Non sono bastati quattro anni di sofferenze nel campo container – dice Angela Cascino, portavoce delle famiglie-. Adesso rischiamo di essere messi per strada. Ma per quale motivo? Le nostre condizioni economiche non sono di certo migliorate. Le case non si toccano, i bambini non si buttano per strada”.
“Se è vero che la causa degli avvisi di sgombero è la perdita dei requisiti da parte delle famiglie, il Comune avvii una verifica e lo dimostri – dice Tony Pellicane, del Comitato lotta per la casa 12 luglio -. Non si può ridurre dei genitori a stare col fiato sospeso, con questa spada di Damocle sulla testa, perla paura di restare senza un tetto”.
Per dire no all’ ipotesi sgombero, insieme alle famiglie dell’ex campo container, i comitati Lotta per la casa 12 luglio, Prendocasa, Sunia e Cts Cobas, domani pomeriggio, saranno in presidio davanti a Palazzo delle Aquile.