“Più volte abbiamo chiesto interventi di consolidamento del costone roccioso al Comune di Santa Flavia. Interventi urgenti che non sono stati realizzati. Nel 2017 c’è stato un vasto incendio che ha indebolito la montagna. Anche in quel caso abbiamo chiesto un rimboschimento. Ma nulla. Adesso ho la casa distrutta e qualcuno dovrà rimetterla in sicurezza”.
A parlare è Ornella Mallo la proprietaria dell’abitazione in contrada Collo D’Oca distrutta da un grosso masso che si è staccato da Capo Zafferano. I danni sono ingenti. Uno dei pilastri portanti dell’abitazione è stato danneggiato. I vigili del fuoco hanno dichiarato la villetta inagibile.
“Sono tornata ieri nell’abitazione dopo una settimana e ho trovato il masso in casa – aggiunge la donna – Una grandissima pena. Il Comune negli anni passati aveva emesso un’ordinanza di sgombero che dopo un nostro ricorso non è stata più prorogata. Nel residence ci sono persone che vivono tutto l’anno. Non si può vivere costantemente nella paura”.
Nel 2018 un altro grosso masso si era staccato dalla montagna ed era finito contro un’altra abitazione. “Adesso non è più tempo di aspettare e devono iniziare le opere di messa in sicurezza del costone roccioso – conclude Ornella Mallo – Non si può vivere con questo incubo”
L’evento e la paura
La paura era andata in scena in un residence di Capo Zafferano a Santa Flavia dove la tragedia è stata sfiorata, ieri sera ed evitata solo da un caso legato anche alla stagione autunnale.
Masso precipita dalla montagna e sfonda abitazione
Il grosso masso si è staccato dal Monte Capo Zafferano e, rotolando a valle, ha letteralmente sfondato la parete di una abitazione del residence sottostante. La casa è stata pesantemente danneggiata.
Ad evitare la tragedia è stato solo il caso, complica la stagione autunnale ed il tempo incerto di questi giorni. Per fortuna, infatti, in questo week-end di ottobre le abitazioni della struttura, per lo più turistica, non sono abitate.
La tragedia che torna alla memoria
Inevitabilmente torna alla memoria la tragedia analoga avvenuta a Palermo nel novembre del 2015 quando una donna anziana Ornella Paltrinieri, venne uccisa nel suo letto proprio da un masso che, precipitando, sfondò la parete di casa attraversando l’abitazione da parte a parte. Ornella Paltrrinieri aveva 88 anni e morì travolta dal grosso masso staccatosi da un costone roccioso del Monte Gallo a causa del maltempo e delle piogge abbondanti.
Rotolando a valle, quel masso sventrò l’abitazione della donna raggiungendo la camera in cui l’anziana dormiva. Già nel 2009, nella stessa zona, un macigno aveva abbattuto un’abitazione. La casa della tragedia di allora si trova in via Calpurnio. Dopo quella tragedia ci vollero mesi per mettere in sicurezza l’area da nuovi crolli e per tutto il successivo anno scolastico anche la scuola che sorge non lontano è stata considerata area a rischio frane.
Dieci aree del Palermitano a rischio
Le montagne che circondano Palermo sono tutte a rischio frana. Un pericolo sempre incombente e concreto, come dimostrano i recenti fatti di cronaca per fortuna quasi sempre senza conseguenze per le persone. I territori monitorati dal 2016 sono ben dieci. A rischio crolli sono considerate le aree di Monte Pellegrino che affacciano sui nuclei abitati di Vergine Maria, Addaura e Valdesi, alcuni tratti di strade comunali (via Monte Ercta, Cristoforo Colombo, Bonanno, viale Regina Margherita, viale Diana) e il cimitero dei Rotoli. Ancora a Monte Gallo, sia sul versante Mondello che su quello di Sferracavallo sul versante di Barcarello. Ci sono aree di pericolosità elevata che includono nuclei abitati a Mondello, Pizzo Sella, Tommaso Natale e Sferracavallo.
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