Tre nuclei minacciati erano fuggiti nottetempo

Un presidio di polizia nella casa confiscata che nessuno vuole

A Palermo, in via Decollati, quattro famiglie hanno rinunciato ad abitare in una casa confiscata alla mafia a causa delle minacce ricevute dai parenti dei precedenti proprietari. Nonostante l’immobile sia stato assegnato dal Comune per ben quattro volte, la paura ha costretto le famiglie assegnatarie a rinunciare, preferendo vivere in condizioni precarie o presso altre strutture.

Minacce e intimidazioni: la mafia prevale

Ogni rinuncia rappresenta una vittoria per la criminalità organizzata, che con le sue intimidazioni continua a esercitare il suo potere sul territorio. Le famiglie, pur disperatamente bisognose di un alloggio, sono state sopraffatte dal timore di ritorsioni, alimentato dalla consapevolezza che la presenza delle forze dell’ordine, seppur costante, non può essere eterna.

L’appello all’assessore Ferrandelli e alle autorità

L’assessore Ferrandelli, ad ogni rinuncia, ha ribadito la sua volontà di non arrendersi, assegnando l’immobile ad un’altra famiglia. La strategia di scorrere semplicemente la lista delle famiglie bisognose però si è rivelata fallimentare, dimostrando l’efficacia intimidatoria della mafia. Un appello viene rivolto all’assessore, al Prefetto, al Questore e al Comandante dei Carabinieri: ogni rinuncia è una sconfitta per lo Stato.

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Una soluzione possibile: presidio fisso delle forze dell’ordine

Il giornale La Nazione Siciliana propone di destinare l’immobile di via Decollati a un presidio fisso delle forze dell’ordine per un lungo periodo. Inoltre, è necessario monitorare costantemente le attività di coloro che hanno minacciato le famiglie assegnatarie, per prevenire ulteriori reati. Chi ha impedito a famiglie bisognose di occupare una casa confiscata deve comprendere la gravità delle proprie azioni. Fino a poco tempo fa, nell’abitazione risiedevano ancora i parenti del mafioso a cui era stata confiscata.

Ora nessuno vuole quella casa confiscata ai boss, il caso di via Decollati a Palermo tra intimidazioni e paura

L’abitazione confiscata alla mafia in via Decollati, a Palermo, torna al centro dell’attenzione dopo che una quarta famiglia ha rinunciato a prenderne possesso. L’appartamento, precedentemente abitato dalla figlia del boss Leonardo Algeri, era stato sequestrato dalla magistratura ed è entrato a far parte del patrimonio comunale. Nonostante i lavori di ristrutturazione quasi completati, le prime tre famiglie assegnatarie hanno abbandonato l’immobile a causa di presunte minacce da parte di parenti del mafioso, ancora residenti nella stessa strada. Questo clima di intimidazione ha scoraggiato anche la quarta famiglia, che dopo aver inizialmente accettato l’assegnazione, ha deciso di rinunciare, vanificando gli sforzi dell’amministrazione comunale per restituire l’immobile alla collettività.

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Il Comune cerca un nuovo assegnatario sotto la pressione delle intimidazioni

L’assessore comunale Fabrizio Ferrandelli ha confermato la situazione, sottolineando come i lavori di manutenzione siano quasi ultimati e l’immobile sia costantemente presidiato dalle forze dell’ordine. Nonostante le difficoltà, il Comune ha già individuato un quinto nucleo familiare disposto ad occupare l’appartamento. La speranza è che questa volta l’assegnazione vada a buon fine, permettendo di riappropriarsi di un bene sottratto alla criminalità organizzata. La vicenda mette in luce le difficoltà che le istituzioni incontrano nel riassegnare i beni confiscati, spesso oggetto di pressioni e intimidazioni da parte degli ambienti mafiosi.

Presidio delle forze dell’ordine e ricerca di un quinto assegnatario

La situazione in via Decollati è emblematica della complessa realtà palermitana, dove la lotta alla mafia si combatte anche sul fronte del riutilizzo dei beni confiscati. Le continue rinunce da parte delle famiglie assegnatarie evidenziano la necessità di garantire maggiore sicurezza e supporto a chi sceglie di occupare queste abitazioni. L’impegno del Comune nel trovare nuovi assegnatari e il presidio delle forze dell’ordine rappresentano un segnale importante nella lotta contro la criminalità organizzata, ma è fondamentale un’azione più incisiva per contrastare le intimidazioni e restituire serenità ai cittadini. L’obiettivo è spezzare il circolo vizioso della paura e affermare la presenza dello Stato sul territorio. La sfida è garantire che la casa confiscata diventi un simbolo di legalità e non un terreno di scontro tra mafia e istituzioni.

La lotta per la legalità continua a Palermo

Ferrandelli aveva ribadito l’impegno dell’amministrazione comunale nel portare a termine l’assegnazione dell’immobile, sottolineando l’importanza di questo gesto simbolico nella lotta alla mafia. La presenza costante delle forze dell’ordine rappresenta un deterrente contro possibili atti intimidatori e un segnale di vicinanza alle famiglie che scelgono di vivere in questi appartamenti. Ora si spera  che la quinta famiglia individuata possa finalmente prendere possesso dell’abitazione, contribuendo a restituire alla comunità un bene sottratto alla criminalità.

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