la trasformazione a scopo sociale di un luogo confiscato

Casa alloggio ‘Rita Atria’, luogo simbolo di uno stato che si riappropria del territorio

Un luogo simbolo di uno stato che si riappropria del territorio e di  una società civile che trasforma, a scopo sociale i beni confiscati.

Da via che diede i natali ad alcuni fra i più sanguinosi mafiosi siciliani apre a san Giuseppe Jato la casa Alloggio ‘Rita Atria’, intestata, per volontà del sindaco, alla testimone di giustizia morta suicida per disperazione dopo le stragi del ’92.

Il bene è stato ristrutturato con un finanziamento pubblico e affidato alle cooperative che lo gestiranno per scopi sociali. Queste, che si sono aggiudicate il bando per l’assegnazione del bene, sono in attesa di ottenere l’accreditamento presso l’Assessorato alla Famiglia Politiche Sociali e Lavoro, dopo partirà il servizio.

La via Falde a San Giuseppe Jato è la strada dove abitavano le famiglie Di Maggio e Brusca i cui nomi sono più che noti alle cronache italiane per i delitti commessi. Al civico 32 abitava Baldassare Di Maggio. Oggi il bene è confiscato e dal 2008 è stato assegnato al Comune che adesso, grazie ad un finanziamento comunitario con il Piano Operativo del Fondo di Sviluppo Regionale, ha ristrutturato la villa trasformandola in casa accoglienza.

Il bene confiscato è composto da un piano terra, che nella futura destinazione d’uso sociale sarà adibito a stanza accoglienza/reception. Il 1° e il 2° piano ospitano le camere arredate (11 posti letto) ad uso giorno e notte delle future utenti. L’ultimo piano è adibito a soggiorno, cucina e spazio comune.

“Là dove governava la mafia ora governa la società civile – dice Davide Faraone – la dove si facevano progetti di morte oggi si costruiscono progetti sociali. Dove c’era terrore e prevaricazione, c’è solidarietà ed accoglienza”.

Il comune con altro finanziamento di pari importo sempre dell’Assessorato alla Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro ha, di recente, ristrutturato un altro bene confiscato alla mafia intestato a una società di cui era titolare Salvatore Riina. Questa struttura, dove sorgerà un Pronto Soccorso Sociale, è stata inaugurata il 26 maggio scorso ed è stata intitolata a Don Pino Puglisi.

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