Tributi, società Partecipate e il piano per il turnover del personale comunale. I tre pilastri del nuovo piano di riequilibrio, i tre assi dell’azione politica del vicesindaco Carolina Varchi, ospite della puntata di Talk Sicilia dedicata proprio ai bilanci del Comune di Palermo. L’esponente di Fratelli d’Italia ha fatto il punto sui progressi dell’azione politica dell’amministrazione Lagalla, annunciando che lascerà l’incarico di vicesindaco una volta completata l’approvazione del bilancio 2022. Pur mantenendo viva la priorità di tutelare gli interessi del capoluogo siciliano, l’esponente di FdI ha espresso la sua volontà di dedicarsi a tempo pieno alla propria attività di parlamentare. Ruolo nel quale svolgerà l’incarico di segretario di presidenza alla Camera dei Deputati. Fatto che conferma una certa comunione d’intenti con la governance del partito, in particolare con la premier Giorgia Meloni.
Il piano di riequilibrio e i tributi
Tre assi, si ricordava. Bilancio, società Partecipate e piano del personale. A proposito dei conti di Palazzo delle Aquile, il Comune ha registrato recentemente la rimodulazione del piano di riequilibrio. Un atto che vincolerà il futuro della città per i prossimi dieci anni. La missione è chiara: riportare in asse i conti di Palazzo delle Aquile. “Al momento in cui ci siamo insediati, il Comune di Palermo viveva una condizione di squilibrio, quindi era un comune in crisi economica. Con questo piano di riequilibrio noi ci siamo impegnati attraverso una serie di misure a risanare la situazione dei conti del Comune. La prima buona notizia è che, secondo i calcoli fatti, questo piano di riequilibrio potrà durare dieci anni invece dei venti in precedenza previsti. Dimezziamo la sofferenza, dimezziamo il sacrificio”.
Fra gli obiettivi principali del piano di riequilibrio c’è quello di aumentare le entrate dettate dai tributi. Quindi, “aumentare la capacità di riscossione, potenziare la lotta all’evasione e fare in modo che tutti paghino i tributi affinché tutti possiamo pagare di meno. Abbiamo già cominciato a potenziare l’ufficio tributi con l’assunzione di dieci funzionari che sono già in servizio e altrettanti ne arriveranno. Anche quegli strumenti che noi abbiamo posto in essere per andare incontro al cittadino che vuole regolarizzare la propria posizione, come la definizione agevolata, stanno registrando una adesione molto significativa da parte dei palermitani”.
Una meta che comporterà alcuni sacrifici per i palermitani, al netto però di alcune “agevolazioni”. “La delibera Tari è andata in diminuzione di dieci milioni, soldi in meno prelevati dalle tasche dei cittadini. Sull’addizionale Irpef, che è decennale, quando noi ci siamo insediati, abbiamo trovato degli aumenti che erano oggettivamente spropositati. Finora siamo riusciti ad intervenire sul disavanzo, grazie anche a un contributo straordinario che il governo nazionale ha erogato al Comune di 40 milioni di euro, e quindi abbiamo ridotto quell’aumento dell’addizionale di 151 milioni di euro, con l’impegno di spostare ogni centesimo che avremo di disavanzo a diminuire quella addizionale“.
Sulla Partecipate: “Si assunzioni, no ai carrozzoni”
L’altro grande tema riguarda la futura gestione delle società Partecipate. Il piano di riequilibrio esige regole contabili ferree. Non sarà possibile registrare disallineamenti come avvenuto in passato. Insomma, tutto dovrà essere concordato fra le società e Palazzo delle Aquile. “In passato, l’impressione che si è avuta è che il Comune, pur essendo il proprietario di queste società, non riuscisse effettivamente a esercitare il controllo. Per questo motivo noi abbiamo istituito un ufficio per il controllo analogo che prima non c’era e abbiamo cominciato a porre in essere una serie di attività. Ciò per fare in modo che queste società partecipate smettano di essere dei carrozzoni, buoni soltanto ad erogare stipendi, e comincino ad essere delle aziende realmente funzionanti“.
C’è da affrontare però il tema di quello che è stato ribattezzato “dissesto funzionale”, ovvero l’incapacità degli uffici di far fronte ai propri compiti a causa dell’assenza di personale. “Gli uffici comunali sguarniti di personale non possono lavorare, quindi quello del rimpinguare le risorse che vanno in pensione è un obiettivo principale. Non è un caso, infatti, che noi abbiamo già portato tutti i part time a trenta ore. Confidiamo nei prossimi anni di aumentare tutte le categorie, di procedere addirittura alle assunzioni. Già abbiamo cominciato con le assunzioni a tempo determinato, come è noto con i fondi del React e con l’accordo con lo Stato abbiamo cominciato con le assunzioni dei funzionari come quelli dei tributi che citavo prima, ma confidiamo di farlo anche in futuro”.
Un problema che, logicamente, riguarda tutte le società in house del Comune di Palermo. Sul tema, Carolina Varchi si dice chiaramente favorevole ad assumere, a patto che ogni nuovo ingresso sia funzionale al potenziamento dei servizi. “Tutte le società partecipate dovranno conoscere un momento di espansione del proprio del proprio personale. Con il turn over bloccato per molti anni, si è avuto un problema di gestione materiale del servizio. Non trovo scandaloso che una società partecipata voglia fare assunzioni, ma è chiaro che ci deve essere un disegno preciso, un piano industriale che abbia dei confini chiari per capire quali sono gli obiettivi che si danno a questi nuovi dipendenti, perché è quello che noi dobbiamo evitare, ovviamente, sono i carrozzoni“.
Problema, quello della carenza di personale, che interessa in particolare Rap. “Tutte le società partecipate sono state chiamate da questa amministrazione a fare dei piani industriali all’altezza di una grande città come Palermo. Quella dei rifiuti secondo me è una sfida molto importante perché in tutto il mondo i rifiuti sono una risorsa. Non si capisce come a Palermo costituiscano un problema a tratti apparentemente irrisolvibile. Devo dire che noi riponiamo grande fiducia nella nuova governance di Rap. Questo piano industriale è molto ambizioso, ma io sono convinta che si possa realizzare”.
Lascio ruolo da vicesindaco dopo il bilancio consolidato
Durante la puntata di Talk Sicilia, il vicesindaco ha affrontato il tema che riguarda il suo futuro politico, preannunciando cambiamenti importati. “Io avevo un impegno con la città – ha dichiarato Carolina Varchi -, ovvero rimettere le scritture contabili in pareggio e, di conseguenza, di consentire al Comune di fare gli investimenti e di partire con le assunzioni. Tutte cose che faremo nel giro di poco tempo. Ormai è un orizzonte temporale che vedo nitido davanti a me”.
“Quando mi sono insediata, visto il ritardo nell’approvazione dei bilanci, mi ero un po’ scoraggiata – ha sottolineato la parlamentare -. Però posso dire che dopo un anno di duro lavoro questo orizzonte temporale lo vedo chiaro davanti a me. Credo che sia giusto, da parte mia, volermi dedicare al mio impegno parlamentare. Sono componente dell’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati. Naturalmente, da parlamentare del territorio continuerò a seguire le legittime istanze della mia città. Ma credo che, sotto il profilo amministrativo, potrò dare spazio ad altri. Credo che l’orizzonte possa essere quello del bilancio consolidato 2022, ma non posso dare date temporali perchè tutto è rimesso alla sovranità del Consiglio Comunale. Quando tutti gli atti saranno approvati, io lascerò spazio“.
Il toto successore
La domanda che quindi si pone il mondo politico palermitano è su chi sarà il successore. “E’ una valutazione che dovrà compiere il partito”, ha commentato il vicesindaco, anche se da alcune settimane si alzano le quotazioni di Giampiero Cannella, coordinatore della Sicilia occidentale del partito e attuale assessore alla Cultura e ai Rapporti con il Consiglio Comunale. “E’ già in Giunta – ha commentato la Varchi -. Ma è chiaro che il suo posto fra gli assessori sarebbe comunque da rimpiazzare da un altro nome espressione di Fratelli d’Italia”.
Qualcuno potrebbe pensare che le future dimisisoni di Carolina Varchi potrebbero portare ad un eventuale rimpasto. Un’ipotesi che era stata palesata nelle scorse settimane ma sulle quali l’esponente di Fratelli d’Italia chiude la porta, almeno per il momento. “Non considero il rimpasto come una priorità e credo che non lo considerino nemmeno i partiti, perché con la responsabilità che ci siamo assunti un anno fa davanti ai palermitani di fare ripartire questa città, non credo che uno o due posti in giunta possono essere un problema per qualcuno dei partiti di maggioranza che al contrario io vedo molto compatti attorno all’azione amministrativa della giunta guidata da Roberto Lagalla. Ovviamente nei cinque anni troverei fisiologico un assestamento, troverei fisiologici dei cambi”.
I rapporti con Roberto Lagalla
Un ragionamento che si è ravvivato in particolare durante lo svolgimento del Palermo Pride. Tema sul quale c’è stata una certa divergenza di opinione fra la stessa Carolina Varchi e il sindaco Roberto Lagalla. “Sicuramente c’è stata una mia assoluta presa di posizione sulla questione del Gay Pride, di quella manifestazione che ovviamente io rivendico perché sono convinta di aver rappresentato al meglio non solo la mia coscienza, ma anche le istanze di tantissimi cittadini che si rivedono in noi”.
Una polemica che si è svolta tutta alla luce del sole. “Io ho imparato a fare politica a viso aperto. Quindi quando io provo disappunto, quando io non concordo su una cosa, lo dico pubblicamente. Non c’è mai nulla che io tengo per me, perché ritengo che la politica debba essere anche condivisa con l’opinione pubblica. Quindi la posizione del mio partito su quello, al di là della pioggia di comunicati stampa che lo hanno ribadito, è sempre stata chiaro. Era una manifestazione enormemente divisiva, fatta contro una iniziativa legislativa, dunque nella massima libertà di espressione che va garantita a tutti, il patrocinio pubblico mi è sembrato un po troppo”.
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