Seppur le condizioni meteo in Sicilia non sembra vogliano introdurre l’estate, comunque in Sicilia si parla di caro spiagge. Nell’aria rincari rispetto allo scorso anno mentre sui gestori dei lidi aleggia ancora l’incertezza sulla liberalizzazione delle concessioni. Il che significa che da qui al prossimo anno non si sa ancora se gli attuali operatori resteranno al timone oppure no.
Chiaramente questa incertezza ha dei riflessi anche sulle tariffe. E’ risaputo che una gestione pluriennale garantisce una serie di economie. In questo modo gli operatori non possono fare certe forniture perché non hanno certezza che il prossimo anno saranno sempre alla gestione del lido. Il problema è sempre legato alla cosiddetta direttiva europea Bolkestein. Norma che parla chiaro e non consente proroghe gestionali delle aree demaniali. Motivo per cui la Regione dovrebbe mandare in gara l’affidamento dei litorali. Al momento la data limite per gli attuali concessionari in proroga è al prossimo 31 dicembre.
Intanto i prezzi dei servizi nelle spiagge lievitano. Lo dice una recente indagine di Cna Balneari Sicilia con il proprio centro studi. Su un campione di 150 operatori del settore distribuiti su tutta l’isola e su tutte le province rivierasche viene fuori un dato nettamente significativo. Circa il 53% degli operatori presi in considerazione durante l’intervista, manterrà gli stessi prezzi del 2022. Il 29% prevede aumenti non superiori del 5% dei prezzi e il 15% un incremento entro il 10%. L’indagine, svolta principalmente in strutture con bar e ristoranti, prevede dunque che in ampia parte l’aumento non venga preso in considerazione con piccoli casi di previsione di aumento.
Messina, Catania, Trapani e Agrigento registrano una tendenza leggermente più alta nel mantenimento dei prezzi del 2022, attestandosi al 60% di operatori che manterranno gli stessi prezzi. La parte rimanente del campione di imprese prevede aumenti non superiori al 5%. Invece in territori come Siracusa, Palermo, Ragusa e Caltanissetta, dove manterranno gli stessi prezzi la metà degli operatori, la quasi totalità della rimanente parte degli operatori prevede incrementi entro il 10%.