Caro carburanti, su indicazione dei Ministri della Transizione Ecologica e dell’Economia e delle Finanze, è stato convocato lo scorso mercoledì 1 giugno, un tavolo tecnico di settore in cui “Istituzioni e operatori della filiera possano confrontarsi su un percorso di riconversione industriale e rappresentare le criticità emerse nei settori del commercio di carburanti e dei servizi per l’efficienza energetica”.
I benzinai: ” I problemi si sono accumulati in un groviglio difficile da dipanare”
Sul sito della FAIB, la Federazione Autonoma Italiana Benzinai si era già espresso apprezzamento per l’iniziativa del Ministro Cingolani ma – prosegue il comunicato – “non possiamo non annotare il grande ritardo con cui ciò avviene – dice il Presidente di Faib Giuseppe Sperduto – il tempo non è una variabile indipendente e ormai siamo sempre più vicini alla scadenza della legislatura mentre i problemi, enormi, si sono accumulati in un groviglio difficile da dipanare”.
Diminuiscono le vendite e aumentano i costi di gestione
I benzinai lamentano infatti (proprio a motivo dell’aumento dei prezzi del carburante) un diminuito volume di vendita che ha eroso, nell’ordine del 30 per cento, il già esiguo margine dei gestori e che oggi si attesta a poco meno di 3 centesimi lordi per litro di carburante. Cifre che mediamente sono irrisorie per far fronte agli aumentati costi di gestione che, nel trimestre di quest’anno, hanno fatto registrare agli impianti un aumento del 70,3% di energia elettrica. Con l’ulteriore aggravio – chiosa il comunicato della Federazione benzinai – di aver dovuto anticipare “il taglio delle accise, rimettendoci la differenza con quanto avevamo pagato con l’accisa assolta, mediamente intorno ai 3-5 mila euro a testa”.
Settore della distribuzione carburanti alla deriva
E così il settore della distribuzione carburanti è definito letteralmente alla deriva, “senza una bussola sul futuro della rete, in preda al lavoro nero, praticato su oltre la metà degli impianti di distribuzione, con grande danno per il settore e per le casse dello Stato, con il 30% di evasione fiscale”.
Le priorità indicate dalla categoria
Da qui la necessità di un “intervento legislativo sulla rete per la sua modernizzazione e riqualificazione, incardinando le nuove disposizioni nella duplice ottica della creazione di “Punti Vendita Energie per la Mobilità” chiosa infine Sperduto.
Sale il caro benzina
Frattanto, malgrado il taglio delle accise di 25 centesimi al litro (in vigore fino all’8 luglio 2022) sale il caro benzina, con malumori che rischiano di riaccendere le proteste nel settore degli autotrasporti e con conseguenze inevitabili sugli scaffali per i consumatori. I prezzi alle pompe che fino a qualche giorno fa si aggiravano mediamente a Palermo intorno a poco meno di 2 euro in modalità “self service” (benzina) in sostanziale analogia al diesel per quelle insegne petrolifere che propongono una maggiore qualità del carburante sono oggi nuovamente balzati in avanti. Il “servito” vola infatti ben oltre i 2 euro ormai ovunque, raggiungendo il picco in provincia (prezzo in un impianto a Bagheria per benzina e gasolio a 2,369/litro, fonte via Michelin).
Servono strategie alternative per le raffinerie siciliane
Non mancano anche le preoccupazioni per le prevedibili conseguenze occupazionali a seguito dell’embargo al petrolio russo. In Sicilia si teme per le raffinerie di Augusta, Milazzo e Priolo in assenza di strategie alternative.
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