Il caro carburanti colpisce pesantemente anche la Sicilia e innesca la solita guerra sui colpevoli. Proprio su questo aspetto si concentra l’intervento di Confimprese Palermo, l’associazione delle imprese del commercio a rete che raggruppa primari operatori del retail. La notizia dei controlli a tappeto della guardia di finanza in Sicilia e un po’ in tutta Italia finisce per innescare la reazione della sigla di categoria. Una lotta al caro carburanti definita ipocrita.
Combattere i veri speculatori
“Oggi in tutti i giornali più importanti – afferma il presidente di Confimprese Palermo e vicepresidente vicario nazionale della stessa sigla, Giovanni Felice – il servizio contro le speculazioni dei benzinai per combattere il caro carburanti. Al solito si cerca il capro espiatorio più debole per allontanare l’attenzione dai veri speculatori. Credo che il governo a tutela dei suoi cittadini e della sua economia abbia il dovere di colpire chi con la speculazione sta affossando l’economia nazionale e questi non sono certamente i distributori di carburanti”.
Facendo due conti
Secondo Felice “chi sbaglia deve pagare” ma dal suo punto di vista bisogna “puntare anche in alto”. Questo soprattutto se è in gioco il futuro economico e sociale del paese. Confimprese fa anche alcuni paragoni sui conti per spiegare il caro carburanti. Il prezzo più alto del petrolio nella storia fu raggiunto nel 2008, quando toccò quota 147,26 dollari al barile. Allora un euro valeva 1,6038 dollari, per cui il prezzo al cambio attuale era pari a 91,85 euro al barile. Il prezzo di oggi è di 79,29 dollari al barile che equivale a 74,03 euro. “Quando il petrolio costava quasi 18 euro in più al barile – evidenzia Felice – la benzina era venduta ad 1,38 euro ed il gasolio ad 1,33 euro. Mentre oggi, che costa il 22% in meno, la benzina viene venduta ad 1,965 euro, il 47% in più rispetto al 2008 ed il gasolio a 2,023 euro, il doppio rispetto sempre al 2008”.
Ai distributori margine invariato
Alle pompe di benzina il margine è rimasto invariato. “Io andrei a cercare gli speculatori – evidenzia Confimprese Palermo -, chi a minor prezzo di acquisto aumenta il prezzo di vendita e non chi distribuisce il prodotto che vende a prezzo consigliato. Se poi aumenti il prezzo consigliato la compagnia ha buoni metodi per convincerti a ribassarlo”.
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