Dopo la grande manifestazione di lunedì scorso a Palermo sul caro bollette, le associazioni di categoria tornano a battere un colpo e garantiscono che l’attenzione resterà alta. Tracciate le priorità rispetto alla piattaforma rivendicativa presentata al governo nazionale per contrastare il caro energia e l’impennarsi delle bollette
Ancora più responsabilità
“La protesta era importante, e c’è stata. Forse anche storica per capacità di aggregazione. Ha segnato un livello di malessere profondo ed intenso e ha rappresentato, per le istituzioni, una forte sollecitazione ad intervenire per mitigare gli effetti devastanti prodotti dal caro bollette”. I vertici di Cna Sicilia assicurano di tenere alta l’attenzione sull’emergenza. “Forti della presenza, della partecipazione e della spinta arrivata dalla mobilitazione di lunedì scorso a Palermo, organizzata assieme ad altre associazioni – spiegano il presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione – ci sentiamo, ancora più, in dovere ad andare avanti affinché la piattaforma rivendicativa possa trovare riscontro”.
Quali priorità
“Dal nostro punto di vista – aggiungono Battiato e Giglione -, occorre dare priorità alla transizione green creando un fondo pluriennale per sostenere gli investimenti in autoproduzione da fonti rinnovabili (impianti fino a 200 kw) da parte delle imprese, oltre a definire un perimetro di certezza per gli aiuti sulle bollette concentrando i sussidi in maniera selettiva sulle imprese in base all’incidenza dei costi energia sul totale. È necessario, come sottolineato dalla stessa Arera nella recente segnalazione a parlamento e governo, rinviare la fine del mercato tutelato per non esporre a rischi di default migliaia di piccole imprese e rivedere la misura sugli extra-profitti per non penalizzare le imprese che hanno realizzato investimenti sulle rinnovabili ai fini dell’autoconsumo, in nessun modo riconducibili a logiche di carattere speculativo”.
Il superbonus 110
Delle valutazioni vengono anche fatte sulla vicenda del superbonus 110%, che in termini di efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente ha giocato un ruolo significativo, ma che sembra oramai sul viale del tramonto dopo il decreto legge “Aiuti Quater”. “E’ evidente – hanno evidenziato i vertici siciliani della Cna – che rimane irrisolto il problema dei crediti che stanno ancora nei cassetti fiscali delle imprese. E poi diciamo con forza che vanno salvaguardate, nell’interesse stesso del sistema, tutte le situazioni che presentino la sottoscrizione di contratti, oltre a quelle nelle quali siano già stati presentati i titoli abilitativi necessari (Cila), allo scopo di assicurare la realizzazione dei lavori avviati con 110% e scongiurare i danni derivanti dal mancato avvio dei cantieri. Positiva l’attenzione alla nostra richiesta di un periodo transitorio ma il termine del 25 novembre per la presentazione della Cila è del tutto inadeguato”.
Domanda e strozzature dell’offerta
Rispetto agli ecobonus, secondo la confederazione degli artigiani c’è la necessità di stabilizzare la misura nel medio-lungo termine per consentire una facile programmazione dei lavori, senza creare tensioni nella domanda e strozzature nell’offerta. Spostando l’obiettivo sulle dinamiche prettamente siciliane, i due massimi esponenti della Cna regionale invitano il presidente della Regione, Renato Schifani, a trovare, specie in questa delicata fase, la modalità più consona per mantenere viva e costante l’interlocuzione con le forze sociali ed economiche. “Con il dialogo aperto, si può accelerare e si possono individuare efficaci soluzioni – secondo Battiato e Giglione, i quali puntualizzano -: occorre davvero fare presto, prima che altre imprese, incapaci di sostenere gli eccessivi costi delle bollette e delle materie prime, chiudano i battenti e il territorio perda ulteriori importanti pezzi produttivi con conseguente perdita di posti di lavoro. Le nostre proposte sono chiare e realizzabili”.
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