Continuano a preoccupare i maxi rincari delle bollette di luce e gas. Ora anche il Codacons Francesco Tanasi scende in campo dopo che l’associazione ha presentato esposto alle Procure della Repubblica di Roma e Milano in cui si chiede di aprire indagini sulla base della possibile fattispecie di truffa, e di accertare se siano state realizzate sui mercati internazionali e all’ingrosso dell’energia speculazioni che abbiano alterato in modo illecito i prezzi di elettricità e gas, realizzando un danno per famiglie e imprese.
Il Codacons ha anche impugnato al Tar della Lombardia, competente per la materia energetica, le delibere Arera con cui sono stati disposti gli aumenti tariffari di luce e gas per il primo trimestre 2022. Tanasi annuncia oggi di aver fondato, con i Consumatori Italiani, il “Movimento contro il caro bollette luce e gas” per promuovere iniziative legali, di sensibilizzazione e di protesta per bloccare insieme alla autorità giudiziaria, alla giustizia amministrativa e al parlamento i maxi-aumenti delle tariffe che, in base ai calcoli di varie organizzazioni, potrebbe costare alla collettività fino a 70 miliardi di euro a fine 2022.
Incrementi delle tariffe energetiche che stanno avendo ripercussioni pesantissime per i consumatori, per le imprese e per le attività in ogni settore, determinando un forte rialzo dei prezzi al dettaglio, con l’inflazione che a gennaio è balzata al +4,8% e ricadute per 1.474 euro annui a famiglia in termini di maggiore spesa.
La Sicilia spegne le luci. Lo faranno simbolicamente i sindaci domani sera. Lo faranno materialmente gli imprenditori chiudendo le proprie aziende nei prossimi mesi se non cambierà qualcosa. Dopo le dichiarazioni dei sindaci, rimbalzano anche sui social le adesioni alla protesta simbolica che giovedì 10 febbraio vedrà spente, per pochi minuti, piazze e luoghi simbolici dei Comuni italiani per protestare contro il caro bolletta. Da Nord a Sud le associazioni regionali hanno raccolto l’invito del presidente Decaro che ha parlato senza mezzi termini di rischio di “tagli ai servizi essenziali” qualora il governo non intervenisse con ristori adeguati.