L’indipendenza energetica passa anche dal gas siciliano, ma servono autorizzazioni e impianti. Il governo Musumeci solleciti l’esecutivo nazionale per non sprecare una risorsa indispensabile per contrastare il caro bollette”. È quanto sostiene il segretario generale della Femca Cisl Sicilia, Stefano Trimboli, che esorta così la giunta regionale siciliana ad avviare azioni concrete per permettere lo stop al rincaro del prezzo dell’energia.
“In Sicilia il gas c’è e abbiamo le competenze per l’estrazione, la produzione e il trasporto. Servono le autorizzazioni e gli impianti come i rigassificatori per incrementarne l’approvvigionamento”, dice Trimboli, secondo cui “il caro bollette che colpisce aziende e consumatori è la spia evidente di un problema più ampio, relativo all’approvvigionamento energetico. Sono state sprecate tante occasioni nell’isola, oggi non ce lo possiamo più permettere”.
Dare un input in questa direzione significherebbe imprimere una svolta reale sia in termini occupazionali, sia in termini di prospettiva energetica. “È ora di passare dalle parole ai fatti dice la Cisl – per questo chiediamo al governo regionale di farsi interprete e portavoce con l’esecutivo nazionale di queste evidenti esigenze, oltre che opportunità”. Per la Femca Cisl, “la transizione sostenibile è e deve essere al centro dell’agenda di governo a ogni livello, da quello territoriale a quello regionale per arrivare a quello nazionale, ma deve essere una transizione sostenibile e, soprattutto, giusta”.
“Il Piano Energetico esitato qualche mese dalla giunta Musumeci – rimarca Trimboli – ci sembra non vada nella giusta direzione rispetto al medio e lungo periodo. Oltre a comprendere come produrre energia sostenibile, è anche necessario pianificarne la distribuzione in quote di pro-capite dal costo accessibile, tali da garantire, quanto meno, gli attuali standard di qualità della vita. Non si può adesso pensare a come agevolare e finanziare gli investitori sulle FER da qui al 2030”. Secondo il segretario generale della Femca Cisl Sicilia, “il rischio è che, nella sostanza, nulla cambi e che l’energia rimanga nelle mani delle grandi multinazionali di settore. Così a pagarla cara sarà sempre e soltanto il cittadino”.