A Carini il sindaco Giovì Monteleone, 67 anni, e il suo vice Salvatore Badalamenti, 61 anni, sono indagati per omicidio colposo per la morte del ragazzino di 12 anni al parco giochi “Sofia” avvenuta nel 2021. Ad essere state chiuse le indagini e dunque i due amministratori rischiano di andare a processo. Secondo il pubblico ministero sarebbero emerse delle responsabilità attinenti la mancata “diligenza e perizia”. In buona sostanza avrebbero dovuto avere contezza che in quell’area c’erano dei pericoli incombenti.

Le ipotesi della Procura

Il Comune avrebbe messo in opera un campo di calcetto in quel parco giochi ma senza i necessari adempimenti tecnici che ne attestassero la sicurezza. Fu data l’autorizzazione ad una società sportiva per l’installazione di due porte da calcio ma, secondo la Procura, gli amministratori non avrebbero mai controllato la corretta esecuzione della posa in opera. Gabriele morì proprio perché gli cadde sulla testa mentre giocava in quel parco una di quelle porte da calcio.

Nessuna verifica periodica

In pratica al sindaco ed al suo vice, in qualità di assessore ai Lavori pubblici, viene addebitata anche la mancanza di controlli periodici di manutenzione. Secondo il pm che ha condotto l’indagine si sarebbe dovuta emettere un’ordinanza di divieto assoluto di fruizione di quell’area proprio perché non sicura.

Le prime ricostruzioni

Secondo una prima ricostruzione di quel tragico evento il ragazzo di 12 anni avrebbe scavalcato il cancello e avrebbe iniziato a giocare. Poi si sarebbe aggrappato alla porta che lo avrebbe travolto perché evidentemente non ancorata al suolo. L’impatto del palo con la testa gli provoco una grave emorragia cerebrale e non diede scampo al piccolo Gabriele.

L’amarezza del sindaco all’indomani della tragedia

“Nel rispetto della memoria di Gabriele, il bambino morto a Carini, nel rispetto delle conclusione delle indagini della magistratura, il sindaco dopo aver preso visione degli atti, fornirà le informazioni utili per dimostrare che tutto quello che era di sua competenza e in suo potere fare è stato fatto”. Questo è il contenuto di una stringata nota del sindaco Monteleone. Il sindaco all’indomani della tragedia esternò la sua amarezza, ammettendo di essere stato provato da quanto accaduto. “Il parco di Sofia – aveva detto – l’abbiamo fortemente voluto creare come simbolo di riscatto di un’intera città. Quel parco sorge dove prima c’era una discarica e serve proprio per i giochi di bambini e i ragazzi di quella zona periferica di Carini. Ma abbiamo anche sempre saputo che la gestione di impianti di questo genere è complicata e per questo ho sempre dato le disposizioni agli uffici affinché fosse vigilato e gestito a dovere e secondo le norme previste”.

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