Mancano all’appello 800 agenti di polizia penitenziaria in Sicilia. Una carenza che mette in seria difficoltà gli operatori stremati da eccessivi carichi di lavoro e da turni impossibili.
A lanciare l’allarme Sappe, Osapp, Uilpa Pp, Fns Cisl, Uspp e Cgil Fp che hanno scritto al ministro della Giustizia Bonafede e ai vertici italiani e siciliani dell’amministrazione penitenziaria.
“Dagli organi di stampa apprendiamo – scrivono i sindacati – che nell’isola è previsto l’arrivo di 123 operatori. Ne prendiamo atto, sottolineando però come questo contingente sia insufficiente rispetto alle esigenze degli istituti siciliani e soprattutto irrilevante rispetto alle 260 unità che sono andate in pensione. Il saldo resta sempre negativo e a pagarne le spese sono ancora una volta gli agenti”.
I sindacati mettono in evidenza lo stato di disagio dei lavoratori. “Aumentano le attività trattamentali ed i compiti ad esse connessi mentre diminuiscono le risorse umane disponibili – continuano i sindacati – col risultato che in un contesto ricco di doveri si assottigliano diritti come quello alla sicurezza nei posti di lavoro, quello al recupero psicofisico e quello all’esonero del turno notturno”.
Per i sindacati, è ormai evidente lo stato di sofferenza del comparto testimoniato dalle cronache che raccontano di aggressioni, rivolte e persino di evasioni, con una frequenza allarmante.
“Negli istituti penitenziari siciliani – continuano – si registrano gravissimi eventi critici che vedono troppo spesso soccombere i poliziotti, sempre più isolati, privi di adeguati strumenti di difesa e di contrasto alle continue fughe di detenuti, a detrimento dell’immagine di quanti svolgono questo duro lavoro”.
I sindacati per sensibilizzare l’opinione pubblica e denunciare le condizioni in cui opera la polizia penitenziaria in Sicilia, hanno proclamato lo stato di agitazione e hanno annunciato che il 26 luglio, dalle 9,30 terranno un sit – in di protesta davanti alla Prefettura di Palermo, in via Cavour.