Si è svolta lo scorso 13 settembre 2024 la visita del Garante Regionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Santi Consolo, presso la casa circondariale di Termini Imerese. Accompagnato dal Dirigente dott. Giovanni Stimolo e da due Funzionari, il Garante ha incontrato la Direttrice dell’Istituto, dott.ssa Carmen Rosselli, e la Comandante del corpo di Polizia Penitenziaria, dott.ssa Rosalia Salerno, per un primo confronto sulla situazione generale del carcere.

Sovraffollamento contenuto, ma mancano risorse per il personale

Dalle informazioni fornite dalla Direzione, emerge un quadro di relativa tranquillità sul fronte del sovraffollamento: i 97 detenuti presenti corrispondono quasi perfettamente alla capienza regolamentare di 99 posti. La situazione si complica, però, se si analizza la dotazione organica: se il corpo di Polizia Penitenziaria può contare su un organico quasi al completo (94 unità su 93 previste), lo stesso non si può dire per il personale educativo e amministrativo, carente rispetto alle reali esigenze dell’Istituto.

Lavorare per reinserirsi: un diritto negato?

Un nodo cruciale riguarda le opportunità di lavoro per i detenuti. Nonostante l’esistenza di una convenzione con il Comune di Termini Imerese, al momento nessun detenuto è coinvolto in attività di pubblica utilità. Le ragioni? Difficoltà nell’individuare profili idonei e carenza di spazi adeguati all’interno della struttura. Il Garante ha ricordato alla Direzione la possibilità di accedere a finanziamenti regionali per la retribuzione di queste attività, sottolineando l’importanza del lavoro come strumento di reinserimento sociale.

Celle di isolamento: condizioni igienico-sanitarie inadeguate

La visita ispettiva ha interessato anche la sezione destinata all’isolamento, composta da 9 stanze di dimensioni ridotte e in evidente stato di degrado. Le celle, di superficie inferiore ai 9 mq, non dispongono di docce e presentano bagni angusti, separati solo parzialmente dal resto dello spazio. Durante i colloqui con i detenuti, sono emerse lamentele per le precarie condizioni igienico-sanitarie, aggravate dalla mancanza di un ventilatore, nonostante le richieste avanzate.

Spazi comuni: tra luci e ombre

Le sezioni comuni “Luna” e “Sole”, destinate ai detenuti comuni, offrono un quadro più confortante. Le celle, dotate di bagno, doccia e frigorifero, garantiscono standard accettabili di vivibilità. Tuttavia, la carenza di spazi adeguati per le attività sportive e ricreative rappresenta un limite evidente. Le aree dedicate alla socialità, di dimensioni ridotte, non consentono di fatto di svolgere attività motorie o ricreative strutturate.

L’odissea dei detenuti lontani dalle famiglie

Dalle conversazioni con i detenuti è emerso un altro problema significativo: la lontananza dalle famiglie. Molti di loro, provenienti dalla Sicilia orientale, si trovano a scontare la pena a centinaia di chilometri di distanza dai propri affetti, con enormi difficoltà nel mantenere i contatti e ricevere visite. Il Garante, raccogliendo le istanze dei detenuti, si è impegnato a sollecitare il Provveditorato affinché valuti la possibilità di trasferimenti in istituti più vicini alle famiglie, nel rispetto dell’art. 14 dell’Ordinamento penitenziario.

Docce nei passeggi: una proposta semplice ed efficace

Tra le proposte avanzate dal Garante, spicca quella di installare delle docce nei passeggi, sfruttando la manodopera dei detenuti e i materiali a basso costo. Un intervento minimo, realizzabile con la MOF (manutenzione ordinaria fabbricati), che garantirebbe un po’ di refrigerio durante i mesi estivi, migliorando la qualità della vita dei detenuti.

“Collaborazione chiave per migliorare”

Al termine della visita, il Garante Consolo ha espresso apprezzamento per la disponibilità e lo spirito collaborativo dimostrato dalla Direzione e dal personale di Polizia Penitenziaria. La visita, pur evidenziando alcune criticità, ha rappresentato un’importante occasione di dialogo e confronto per individuare soluzioni concrete e migliorare le condizioni di vita all’interno dell’istituto penitenziario di Termini Imerese.