La procura di Palermo ha chiesto l’archiviazione dell’esposto presentato da Manuela Siciliano nel maggio 2012, dopo che il 7 febbraio 2012 a Palermo la sorella Rosanna venne uccisa dal marito, il carabiniere di 40 anni Rinaldo D’Alba, davanti alle due figlie, all’epoca di 12 e 5 anni, e poi si suicidò.
Le due figlie una di 19 l’altra di 12 anni con la nonna materna Rosaria Alessi e gli zii materni Ignazio, Manuela e Alessia Siciliano, la scorsa settimana, hanno citato la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Difesa e il ministero della Giustizia davanti al tribunale civile di Palermo chiedendo il risarcimento del danno.
Nell’esposto la sorella della vittima chiedeva di indagare per scoprire se vi fossero responsabilità nella morte della sorella considerato che la donna aveva denunciato il marito per aggressioni e che i superiori del carabinieri erano a conoscenza della situazione tra i coniugi.
La donna riteneva che ”per le modalità operative e il comportamento pregresso manifestato dal marito della sorella
potesse configurarsi una responsabilità dell’autorità che ha consentito il possesso dell’arma da fuoco” con cui il
carabiniere uccise la moglie.
L’avvocato Vanessa Fallica, che difende Manuela Siciliano preannuncia opposizione all’archiviazione. ”Appare strana la
coincidenza – dice – che la notifica dell’avviso avvenga a distanza di tre giorni dalla notifica dell’atto di citazione ai ministeri per il risarcimento del danno per le gravi omissioni perpetrate nei confronti dell’appuntato D’Alba per non avergli requisito l’arma”.