Non solo difficoltà organizzative che hanno bloccato gli scrutini in 48 sezioni per lo più a Siracusa. Sulle elezioni regionali si abbatte la scure di un pronunciamento della Corte di cassazione sul sistema di calcolo dei resti nel proporzionale.
La vicenda è analoga a quella nazionale ed è figlia di quanto accaduto con le politiche. Il sistema di calcolo de resti nelle elezioni serve ad assegnare gli ultimi seggi dividendoli, proporzionalmente, fra i partiti in base al consenso ottenuto. Il metodo usato per il calcolo è stato modificato a livello nazionale da un pronunciamento della Corte di cassazione. Il nuovo metodo ha portato, ad esempio, all’elezione del senatore Umberto Bossi dopo che gli uffici elettorali romani lo hanno applicato alle politiche.
secondo il Ministero questo sistema di calcolo va applicato anche alle elezioni regionali che stabiliscono la ripartizione dei seggi rimanenti dopo l’assegnazione degli scranni alle liste provinciali, proprio con il sistema proporzionale su base regionale.
La Regione siciliana, invece, applica ancora il calcolo tradizionale usato anche a Roma fino alla precedente tornata e adesso modificato con il pronunciamento della Corte di Cassazione. La divergenza sta sull’applicabilità di quella sentenza al voto regionale.
Il primo effetto del diverso calcolo porterebbe all’assegnazione di un seggio in più alla maggioranza e uno in meno all’opposizione a Palermo. Ma in tutto sarebbero quattro gli scranni che cambierebbero inquilino anche se tutti gli altri non cambierebbero di coalizione. Gli altri tre nelle liste dell’opposizione e in particolare uno in casa Pd e due in casa 5 stelle. Ma questi calcoli vengono contestati dai diretti interessati.
L’intera vicenda è al vaglio delle Commissioni elettorali e se non sin risolve prima questa diatriba sarà impossibile definire il conteggio e proclamare gli eletti