Dopo i continui raid al Policlinico di Palermo e alla ditta che ha denunciato il racket altri furti sono stati messi a segno in uno dei più grossi cantieri aperti nel capoluogo in questi mesi.
I ladri sono entrati in azione nel porticciolo di Sant’Erasmo. I lavori stanno per finire e le opere saranno consegnate a settembre ma qualcuno è entrato nell’area del cantiere e ha portato via materiale edile e cavi elettrici.
I lavori sono stati affidati all’associazione temporanea d’impresa con capogruppo «Ingegneria Costruzioni Colombrita» sta ultimando i lavori per la riqualificazione di tutta l’area del porticciolo per anni sepolta da rifiuti e dimenticata.
Le opere dovevano essere finite il 29 maggio ma per una serie di intralci burocratici saranno ultimati a fine settembre e già l’Autorità Portuale, committente dell’opera, sta preparando una inaugurazione in grande stile. Nel frattempo però qualcuno ha messo a segno il furto, che come spesso accade in città, potrebbe assumere un altro significato.
Magari un avvertimento nei confronti delle aziende che lavorano in un territorio ad altissima densità mafiosa, controllato dalla cosca di corso dei Mille e dunque del mandamento di Brancaccio.
Non a caso, proprio a due passi dal porticciolo e dunque dal mare, si trovava uno dei distributori di benzina gestito dai fratelli Graviano, poi sequestrato e confiscato.
I ladri hanno fatto irruzione dentro il cantiere probabilmente durante la notte e sapevano dove mettere le mani. Hanno portato via soprattutto cavi elettrici e materiale edile, più altra merce ancora da quantificare. I responsabili del cantiere hanno presentato denuncia e adesso ci sono indagini in corso.
L’appalto per il rifacimento di Sant’Erasmo è stato vinto grazie a un ribasso del 30,71 per cento su un importo di 3 milioni e 170 mila euro, di cui 70 mila per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. Alla gara avevano partecipato 11 società. La sistemazione esterna ormai è praticamente conclusa con l’illuminazione e per quanto riguarda il verde, in questo giorni sono attese le prime palme.
A lavori conclusi, il porticciolo dove una volta i mafiosi buttavano i fusti di acido con i resti dei cadaveri e il clan Marchese aveva installato la famigerata «camera della morte», cambierà completamente volto. Una passeggiata sul mare degna di una città civile, strappata al degrado, all’abusivismo commerciale e alla delinquenza.
Il primo passo si spera per risanare tutta la costa che arriva fino a Ficarazzi, ancora oggi lasciata nel più completo abbandono e con il mare inquinato. Da oltre mezzo secolo un’immensa discarica per giunta a due passi dal mare.