E’ in corso da stamane alle 9 il presidio di Feneal, Filca, Fillea con i 130 lavoratori della Bolognetta Scpa, nei pressi dello svincolo di Villafrati. Alla manifestazione, indetta dall’assemblea che si è svolta venerdì scorso in seguito alle notizie sullo stato di crisi dichiarato dalla Cmc di Ravenna, che detiene l’80 per cento delle quote della Bolognetta Scpa, aderiscono gli operai dell’indotto e diversi sindaci del comprensorio, a partire dai primi cittadini di Campofelice di Fitalia, Villafrati e Alia.
Al presidio parteciperà anche un comitato civico di cittadini dei comuni del territorio, costituito per sollecitare l’ammodernamento della strada e mettere fine ai disagi e ai pericoli che i ritardi del cantiere, che ha subito un ulteriore rallentamento dei lavori, stanno causando alla circolazione.
“Siamo convinti che la Bolognetta Scpa sia in bonis e nelle condizioni di operare, non essendo incagliata nella procedura di concordato preventivo per la ristrutturazione del debito aperta dall’azienda – dichiarano i segretari provinciali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Ignazio Baudo, Filippo Ancona e Francesco Piastra – Chiediamo alla prefettura di attivare un tavolo con i commissari della Cmc, con Anas e con il presidente del consiglio di amministrazione della Bolognetta Scpa”.
A partire dal 17 dicembre l’azienda ha annunciato la volontà di sospendere i 130 dipendenti, mettendoli in ferie obbligate. I sindacati degli edili si sono opposti.
“I lavoratori non hanno più ferie da smaltire. Si tratterebbe di una sospensione al buio, senza la certezza di tornare al lavoro – aggiungono Baudo, Ancona e Piastra – Questo cantiere ha ancora autonomia: l’Anas ha da poco contrattualizzato la perizia di variante da 60 milioni di euro, che si aggiungono ai 40 milioni di lavori residui già finanziati. I lavoratori possono essere tutelati con il ricorso agli ammortizzatori sociali, dal momento che per le opere oggetto della variante è pendente un nulla osta del ministero dell’Ambiente. Bisogna trovare una soluzione per dare continuità al cantiere e per recuperare anche i lavoratori delle aziende affidatarie. La piena attività può garantire un’occupazione a circa 400 lavoratori”.
Secondo i sindacati degli edili, occorre il coinvolgimento del governo nazionale, del ministero dello Sviluppo economico e del ministero delle Infrastrutture, per attivare un tavolo per il superamento della crisi.
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