All’indomani del blitz dei carabinieri con i cani antidroga all’interno del Liceo Umberto I di Palermo Cobas Scuola e Usb Scuola si schierano con gli studenti ai quali esprimono solidarietà. Lo fanno con una serie di post pubblici sui social
“Scuola sicura? – recita il primo di questi post firmato da Cobas Scuola Palermo – Ciò che è accaduto oggi (martedì 26 febbraio) al Liceo Classico Umberto di Palermo rispecchia un bruttissimo clima repressivo che viene instaurato con il progetto “Scuola Sicura”. Secondo quanto riferito dagli studenti, i Carabinieri, supportati da cani antidroga, avrebbero fatto uscire gli studenti dalle classi e perquisito gli zaini. Diversi studenti, minorenni, sarebbero stati isolati dagli altri compagni e trattenuti all’interno della classe, intimiditi dagli agenti senza un reale motivo. Tutto questo sotto gli occhi del Preside del Liceo che avrebbe dato il via all’operazione di polizia. Turbamento e paura hanno fatto presto a impadronirsi degli adolescenti. Ci domandiamo : questo è il modello di scuola per i nostri alunni? Questo è il messaggio educativo per le giovani generazioni? Sostituire il rapporto educativo docente/discente con il controllo poliziesco non fa parte della nostra cultura. Queste azioni criminalizzano e umiliano i nostri ragazzi ed acuiscono il disagio sociale. Attendiamo dal Dirigente Scolastico del Liceo Umberto chiarimenti sul suo operato e chiediamo al Dirigente Scolastico Provinciale di intervenire immediatamente per prevenire ulteriori abusi.
I COBAS vigileranno affinché ulteriori abusi siano fermati sul nascere”.
“Esprimiamo la nostra solidarietà agli studenti e alle studentesse del Liceo Umberto I di Palermo – scrivono invece dalla Usb scuola Palermo- che hanno visto la propria scuola trasformata in un covo di pericolosissimi narcotrafficanti, con squadre cinofile e agenti che hanno perquisito aule e zaini, alla ricerca dei carichi di sostanze stupefacenti pronte a partire per l’est Europa e il Sudamerica. Sotta lo sguardo “severo” del Dirigente Scolastico, pronto a chiamare le forze dell’ordine per dare agli alunni una “prova educativa” che non dimenticheranno, il Liceo Classico Umberto I si è trasformato da storico luogo di formazione in istituzione repressiva, perfettamente inserita nelle nuove politiche securitarie volute dal Ministro Salvini. Condanniamo con forza gli eventi accaduti al Liceo Umberto I, chiediamo a tutte le organizzazioni sindacali cittadine di esprimere con chiarezza e senza mediazioni una netto rifiuto dell’atteggiamento portato avanti dal Dirigente Scolastico, nella convinzione che la funzione educativa della scuola pubblica non possa essere demandata alle forze dell’ordine, ma debba essere svolta nella sua pienezza da docenti e dirigente scolastico, rifiutando l’idea della scuola trasformata in caserma”.
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