Stop alla ricandidatura di Nello Musumeci alla Regione. Nulla di ufficiale ma sembrano crescere i distinguo nel centrodestra sulle scelte da fare in vista delle elezioni del prossimo anno.
Ieri a Palermo Noi con l’Italia ha tenuto la sua seconda assemblea nazionale. Un successo di partecipazione. Un evento che ha sancito il riavvicinamento di molte forze che al centro della coalizione fanno riferimento ma non c’è un asse consolidato contrariamente a quanto è stato scritto.
La presenza all’incontro degli autonomisti di Raffaele Lombardo e qualche passaggio aveva fatto pensare ad un ritorno ad un asse di centro che in realtà non esiste, ne mai è stato indicato come tale.
Così come non esiste neanche la candidatura a sindaco di Saverio Romano. Solo una provocazione la sua. O forse qualcosa di più, ma non certo una discesa in campo. La scelta è chiara: “Mi candido io se non ci sarà una opportuna sintesi”, è la sostanza delle sue affermazioni. Un modo per sollecitare la coalizione, non certo una richiesta di appoggio e sostegno a nessuno.
Ma l’ex presidente della regione Totò Cuffaro ha colto la palla al balzo annunciando che se questa ipotesi dovesse concretizzarsi la sua Dc Nuova appoggerebbe una candidatura romano a Palermo.
Sulla candidatura di nello Musumeci a succedere a se stesso i centristi restano freddi. Il tema è sempre quello del rapporto del Presidente con i partiti. Un rapporto che non riesce a decollare neanche ad un anno dalle elezioni.
E adesso sulla candidatura di Musumeci arriva anche la bomba targata Forza Italia. Non è certamente Miccichè a parlare ma Giorgio Mulè per il quale serve discontinuità.
Improbabile che Mulè lanci una simile bomba senza che Miccichè ne sapesse niente visto, inoltre, il richiamo all’esigenza di un manager alla guida, un richiamo che sembra sempre riportare ad un altro Miccichè, il fratello di Gianfranco, quel Gaetano grande manager bancario del quale continua a spendersi il nome senza che lui parli. Con tutti i dubbi che possa essere interessato.