Promesse di stabilizzazione e aumento d’orario per i precari del Comune di Palermo. La denuncia arrivata dalla candidata sindaco di area sinistra Rita Barbera. Ad essere “pizzicato” a distanza è Franco Miceli, sempre nell’area di centrosinistra. Un “duello” che si inasprisce su una questione che potrebbe anche far drizzare le orecchie alla Digos.
La questione
La stabilizzazione e l’aumento di ore presunte questioni politiche? “Sembrano gli unici elementi concreti – attacca la Barbera – cui mira il candidato Miceli. Dimentica che lo ‘strappo’ tra i dipendenti comunali e l’amministrazione è dovuto a logiche di prevaricazione istituzionale, mancanza di fiducia e sottovalutazione delle capacità professionali dei dipendenti comunali a tutti i livelli. D’altro canto il centrodestra, tra fumate nere e dissensi interni, continua la campagna elettorale basata su chiacchiere cui non seguono fatti, continuando a ignorare i problemi della città e, soprattutto, la loro soluzione. Vorrei – conclude – che i dipendenti del Comune diventassero «il fiore all’occhiello» della pubblica amministrazione in Sicilia”.
No alle logiche clientelari
“L’analisi delle necessità della pianta organica del Comune di Palermo – aggiunge la Barbera – devono essere prioritarie e basate sulle necessità reali della macchina comunale e non sulla base di numeri dettati dalla statistica o, peggio ancora, da esigenze clientelari. È altresì necessario ridare fiducia ai tanti bravi dirigenti e funzionari che conoscono bene il loro lavoro e che, se motivati, possono essere artefici non solo di un lavoro esecutivo ma, e soprattutto, propositivo per la soluzione dei problemi della città. Le palermitane e i palermitani che oggi sono alle dipendenze dell’amministrazione comunale soffrono gli stessi disagi degli altri cittadini e, anche grazie a loro, può finalmente terminare la scellerata ‘emergenza continua’ che avvolge Palermo da oltre quarant’anni”.
La replica di Miceli
Franco Miceli ha incontrato effettivamente una delegazione di lavoratrici e lavoratori ex articolo 36 del Comune di Palermo. “Esiste una realtà sottovalutata – commenta – e sono i lavoratori cosiddetti articolo 36 del Comune: personale sottoutilizzato nei tempi e nella professionalità. Personale che ha invece competenze e conoscenza della macchina comunale e che viene tenuto erroneamente ai margini dell’amministrazione. Condizione che ha determinato disservizi alla città e diseconomie nel funzionamento della macchina comunale – dice ancora Franco Miceli -. Erano seimila in partenza, oggi sono oltre 2.300 e chiedono di essere pienamente utilizzati per le competenze che possono offrire. Loro come tutto il personale che dipende da palazzo delle aquile sono il motore della città: un capitale umano che se ben valorizzato può diventare una forte leva di sviluppo per la crescita economica”.
Commenta con Facebook