Provvedimento del questore di Palermo notificato ieri durante il concerto. “Tutto il quartiere, Passo di Rigano, sta piangendo. E come se fosse calato un incantesimo”.
La canzone “Zio Franco”, che la stella dei neomelodici palermitani Daniela Montalbano ha dedicato alla memoria del boss Franco Inzerillo impazza ancora sul Web. Il questore di Palermo Leopoldo Laricchia vuole mettere un argine: ieri sera, alla vigilia di un concerto in provincia, a Camporeale, ha fatto notificare alla neomelodica un’intimazione-prescrizione ai sensi dell’articolo 18 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: un divieto ad eseguire il brano dedicato a uno dei mafiosi che ha segnato drammaticamente la storia di Palermo. Il primo a indagare su Franco “u nivuru”, il nero, trafficante internazionale di droga, fu l’allora giudice istruttore Giovanni Falcone, nel 1980. Inzerillo è morto alcuni anni fa, per un tumore.
Nel 2019, Repubblica svelò il brano, cercammo anche la neomelodica Daniela Montalbano, per chiederle il perché della sua iniziativa. Ci disse: “Era una persona a me cara, non c’entra niente la sua vita”. Gli chiedemmo ancora: “Ma non pensa che così abbia finito per osannare un boss?”. Nel 2019, il fratello di Franco “u nivuru”, Tommaso Inzerillo, è stato arrestato dalla squadra mobile con l’accusa di essere uno dei registi della riorganizzazione mafiosa fra Palermo e New York.
Gli Inzerillo, gli “scappati” della guerra di mafia di inizio anni Ottanta, sono ormai tornati in Sicilia. E provano a riprendersi il loro potere criminale, quello che gestivano prima della fatwa di Salvatore Riina. Ecco perché quella canzone sullo “Zio Franco” è pericolosa: fino a qualche anno fa, nessuno avrebbe potuto osannare i vecchi boss esiliati negli Stati Uniti; adesso, dopo la morte del capo dei capi di Cosa nostra, la geografia del potere mafioso sta cambiando velocemente a Palermo.
Nel provvedimento, il questore Leopoldo Laricchia non ha usato mezzi termini: quella canzone non si può eseguire al concerto, a cui hanno partecipato diversi artisti neomelodici. “Non è possibile eseguire brani di contenuto palesemente finalizzato all’esaltazione o alla celebrazione dei disvalori antigiuridici connessi con la criminalità di stampo mafioso”.