I finanzieri della compagnia di Partinico hanno denunciato il titolare di una società agricola di Camporeale. Aveva ottenuto un finanziamento a tasso zero dallo Stato, grazie alle misure di agevolazione alle imprese per la crisi covid19, senza in realtà averne i requisiti.
Si tratta di una particolare misura assistenziale, introdotta dal cosiddetto “decreto liquidità”, che mira a sostenere le imprese agricole colpite dall’emergenza epidemiologica e che prevede un finanziamento a tasso zero, erogato dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali tramite la controllata società Ismea spa, per un importo non superiore al 50% del volume d’affari dichiarato nel 2019.
Le fiamme gialle hanno accertato che il rappresentante legale della società agricola ha allegato alla domanda di finanziamento la dichiarazione dei redditi relativa al 2018 invece che la dichiarazione Iva relativa al 2019, attestando così falsamente un volume d’affari superiore che gli ha consentito di percepire un finanziamento maggiore di circa 7 mila euro rispetto a quello spettante.
Per questo motivo i finanzieri hanno denunciato all’autorità giudiziaria il rappresentante legale della società beneficiaria per il reato di “indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato”.
Nei giorni scorsi altri tre imprenditori, questa volta di Partinico, Cinisi e Borgetto, sono stati denunciati per aver percepito illecitamente incentivi statali con contributo a fondo perduto erogati dallo Stato per sostenere le imprese in difficoltà a causa dell’emergenza epidemiologica da covid19. Si tratta di una particolare misura assistenziale, introdotta dal cosiddetto “decreto rilancio”, per aiutare le imprese di minori dimensioni che, nel mese di aprile 2020, a seguito delle restrizioni imposte dal lockdown, hanno dovuto far fronte ad una significativa contrazione del fatturato, pari ad almeno due terzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (aprile 2019).
In particolare, le Fiamme Gialle hanno accertato diverse violazioni. Nel caso di una società di Cinisi operante nel settore delle costruzioni, il legale rappresentante ha contabilizzato, nel mese di aprile 2019, una fattura inerente alla compravendita di un lotto di terreno edificabile che, invece, da accertamenti documentali è risultata essere stata effettuata e saldata nel mese precedente. Un secondo soggetto, titolare di una ditta di costruzioni di Borgetto, ha erroneamente contabilizzato nel mese di aprile 2019 due fatture inerenti a cessioni di beni strumentali che invece, dall’analisi documentale, sono risultate essere state regolarizzate con “pagamenti in compensazione” di beni strumentali acquistati in leasing nel 2018 che, pertanto, andavano contabilizzate in quell’annualità. Lo stesso titolare ha inoltre esibito ai militari un documento di trasporto datato in epoca successiva e pertanto palesemente falso. Infine, ad un terzo soggetto, titolare di una boutique per abiti da sposa di Partinico, a seguito di un accurato controllo fiscale, è stato ricostruito il reale volume d’affari del mese di aprile 2019, accertando che nel periodo considerato aveva contabilizzato cessioni di beni effettuate nel mese precedente; ciò ha comportato una differenza di imponibile, rispetto a quanto dichiarato all’atto della richiesta del contributo di oltre 58 mila euro.