- Il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina, parla di “confusione se provvedimento diventasse legge”
- E chiede al Mise un “intervento chiarificatore sul futuro delle camere di commercio dell’Isola”
- “La sensazione è che manca una visione politica che salvaguardi gli interessi del mondo imprenditoriale siciliano”
“Un intervento chiarificatore da parte del Mise sul futuro delle Camere di commercio dell’Isola”. A chiederlo è il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina dopo che con un emendamento al decreto ‘sostegni-bis’, la camera dei deputati ha approvato una norma che sgancia le camere di commercio di Siracusa e Ragusa da quella di Catania e le associa a quelle delle altre province di pari ‘peso’ e cioè Caltanissetta, Agrigento e Trapani.
“Grande confusione se provvedimento diventasse legge”
“Se il provvedimento dovesse diventare legge – dice Messina – si aggiungerebbero elementi di grande confusione in un contesto caratterizzato da esagerate forzature e inconcepibili ritardi. In teoria, secondo la norma, la Regione Siciliana – spiega Messina – sentite le organizzazioni imprenditoriali, dovrebbe provvedere entro il 31 dicembre 2021, anche mediante la nomina di Commissari appositamente incaricati, a riorganizzare il proprio sistema camerale e a recedere dagli accorpamenti già effettuati o in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, nel rispetto degli indicatori di efficienza e di equilibrio economico e assicurando alle realtà di nuova costituzione la dotazione finanziaria e patrimoniale detenuta dalle Camere precedentemente insistenti nella medesima circoscrizione territoriale”.
“Sensazione è che manca visione politica”
Insomma, un nuovo percorso di accorpamento nel bel mezzo della riforma già avviata e non ancora completata.
“Non si capisce – dice Messina – come sia realizzabile tutto questo in pochi mesi se non sono bastati anni per concludere procedimenti meno complessi, come nel caso della CCIAA di Agrigento, Caltanisetta e Trapani. Pur non entrando nel merito degli scontri che hanno avuto come teatro la super Camcom della Sicilia orientale, con al centro gli interessi collegati alla vendita della società che gestisce l’aeroporto – conclude Messina – la sensazione che si ricava da questa vicenda è che manca una visione politica che punti a salvaguardare realmente gli interessi del mondo imprenditoriale siciliano”.
Da qui “vista l’inerzia del governo regionale e registrata l’assordante afasia dei suoi rappresentanti”, la richiesta di un “intervento chiarificatore da parte del Mise per scrivere la parola fine su quella che sembra più una telenovela piuttosto che una questione delicata da cui dipende la possibilità di supportare il mondo economico regionale in un momento così delicato, ulteriormente aggravato dalle conseguenze prodotte dalla pandemia”.
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