Dopo 20 anni di lavoro, adesso rischiano il posto. Sono i 38 lavoratori della Coop Service Fm curano la pulizia all’interno del tribunale di Palermo. Da lunedì rischiano di ritrovarsi disoccupati dopo che il nuovo appalto per la pulitura del tribunale del capoluogo se lo è aggiudicato una multinazionale tedesca, la Dussmann srl che ha proposto ai 38 dipendenti palermitani un nuovo contratto, a meno ore e con uno stipendio estremamente più basso.
Ieri i dipendenti della Coop Service Fm hanno organizzato un sit-in di protesta a Piazza Pretoria, chiedendo alle istituzioni la salvaguardia del posto di lavoro dopo 20 anni di servizio all’interno del Tribunale di Palermo. Ai dipendenti sarebbe stato offerto un nuovo contratto di lavoro dalla società subentrante ma di sole 15 ore settimanali e quindo con un salario più basso.
“Esprimo vicinanza ai lavoratori della Coop Service Srl, società che da anni si occupa della pulizia del Tribunale di Palermo e che da lunedì prossimo dovrà lasciare il posto a un’altra Impresa”, dice il consigliere comunale e presidente della VI Commissione consiliare Ottavio Zacco. “Circa 40 lavoratori ex LSU del Comune di Palermo anni fa decisero d’intraprendere una nuova avventura nel mondo del lavoro privato, gestendo i servizi di pulizia all’interno del Palazzo di giustizia. Appalto oggi aggiudicato a una ditta tramite procedura CONSIP che come primo atto ha pensato bene di ridurre l’orario dei lavoratori a 15 ore settimanali e il salario mensile a soli 330 euro, umiliando di fatto la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie che con coraggio anni fa hanno deciso di abbandonare il lavoro nel pubblico, anche se precario, per intraprendere il percorso nel settore privato”.
Zaffo invia un appello alla politica locale. “Non può rimanere in silenzio dinnanzi a questo sopruso e a queste vessazioni, per questo chiedo a gran voce che la Regione Siciliana attivi con urgenza un tavolo tecnico per gestire la crisi al fine di garantire il diritto al lavoro e soprattutto la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie, valutando opportunamente se reinserire i lavoratori nel bacino ex LSU”.