Può sembrare strano ma tra gli animali insoliti trovati nel corso degli anni in Sicilia, si annoverano anche Camaleonti e addirittura una specie di Sauro che ha, però, il suo habitat naturale nell’Africa subsahariana. Cosa ci facevano in Sicilia ed in quali posti sono stati trovati?La prima segnalazione di un Camaleonte risale addirittura al 1832 quando un esemplare venne trovato a Palermo, nelle falde di Monte Pellegrino. Si trattava di una femmina pronta a deporre le uova. Dunque una piccola popolazione che poteva addirittura riprodursi? Quasi sicuramente no e l’improbabile Camaleonte di Monte Pellegrino è giusto considerarlo come una sorta di nota esotica nell’ambito dei ritrovamenti zoologici e nulla più. Cosa ci faceva, però, un Camaleonte a Monte Pellegrino?
Per trovare in Sicilia un secondo Camaleonte bisogna fare un salto di 36 anni ed arrivare così al 1868 quando un piccolo rettile venne rinvenuto a Catania nel giardino dei Padri Paolini. Una storia simile era avvenuta a Malta, ma in quel caso furono direttamente i Padri Gesuiti ad introdurre alcuni Camaleoni nord africani nei loro giardini. A Catania, invece, si pensò ad un trasporto di legname come causa involontaria della presenza del rettile. Stessa ipotesi venne avanzata per il Camaleonte palermitano, vista la vicinanza di Monte Pellegrino con il porto cittadino.
Il riferimento, poi, al trasporto del legname è pressocchè certo per il ritrovamento, avvenuto sempre a Palermo, di un bel Sauro africano. Sul finire degli anni novanta, infatti, alcune Agama agama vennero notate in via dell’Arsenale quasi all’angolo con piazza Giachery. Un “lucertolone”, avvisarono gli abitanti del posto. Ed in effetti il “lucertolone” venne osservato, addirittura per alcune settimane. Il sauro, molto probabilmente arrivato con un trasporto di leganame, aveva trovato qualcosa di simile al suo habitat africano. Si trattava di un muro alto e fessurato (simile, perciò, ad un ammasso roccioso) che fa da confine tra via dell’Arsenale e la sottostante area portuale adibita a deposito. La particolarità consisteva sia nell’abito dei maschi (testa rossa e corpo bluastro) ma anche per la particolare abitudine alimentare che si era instaurata. Una signora che abitava proprio in quel posto osservava “i lucertuluni” arrivare in via dell’Arsenale e dirigersi verso i contenitori dell’immondizia. Qui trovavano abbondande cibo consistente, nel loro caso, soprattutto in pomodori e lattughe.
L’Agama di via dell’Arsenale fu osservata per diverse settimene ed alcune femmine, a quanto sembra, arrivarono a deporre le uova. Poi, con il sopraggiungere dell’autunno e l’abbassarsi delle temperature, tutti i “lucertoloni”, morirono. Il clima di Palermo, nonostante la nota mitezza, era per loro troppo freddo.
Prima i Camaleonti (che pur qualche altra sporadicissima osservazione l’hanno fatto registrare) e poi l’Agama, scomparvero per sempre. Così non è stato (tanto per rimanere in tema di esotici) per alcuni pappagalli. Di loro, probabilmente, continueremo a parlarne.
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