I cacciatori siciliani pronti a manifestare a Palermo contro la bozza del calendario venatorio 2022-2023. “È una proposta indecente” dicono. I cacciatori siciliani infatti si sono accorti che la bozza del calendario venatorio va modificata poiché è stata accorciata immotivatamente la preapertura della caccia, è stata ristretta senza valide ragioni a pochissimi giorni la caccia al coniglio quando è noto che per la Sicilia la caccia tipica è “il coniglio”.
Appello alla politica dei cacciatori
Secondo i cacciatori si tratta di un “calendario venatorio molto approssimativo e soltanto restrittivo nonché pieno di lacune, che se non vengono modificate e corrette prima della sua pubblicazione, avremo ancora una volta il gioco facile dei ricorsi degli ambientalisti e delle relative sospensioni”. Pertanto i cacciatori siciliani invitano la parte politica e tutti i presidenti di associazioni venatorie a consultare e ad avvalersi al più presto di buoni esperti faunistico venatori, coadiuvati da bravi giuristi in legislazione venatoria, e ciò affinché si possa avere per la prossima stagione venatoria un valido calendario tenendosi conto del fatto che la Sicilia, come regione a statuto speciale, ha competenza esclusiva in materia di caccia, cosa che secondo noi tutti non è mai stata presa in considerazione nella stesura dei calendari venatori.
Un calendario entro giugno
I cacciatori chiedono un calendario conforme alla legge. “Ci attendiamo quindi fattive iniziative in tal senso e ci auguriamo che da subito si inizi a lavorare per ottenere a giugno, e non più tardi, il calendario venatorio della regione Sicilia che sia più consono alle esigenze dei cacciatori e conforme a legge”.
Nelle scorse settimane la battaglia legale
Caccia regolarmente aperta in Sicilia salvo alcune eccezioni. Lo dice la Regione siciliana dopo ben tre sospensive pronunciate dal tar su specifici aspetti. L’assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla ha firmato il decreto di modifica al calendario venatorio 2021- 2022, che in attuazione dell’ordinanza del Tar del 3 novembre 2021, sospende la caccia solo relativamente alla tortora selvatica e alla beccaccia. Il decreto vieta, inoltre, la caccia nelle aree interessate da incendi e in tutte le aree percorse dal fuoco inclusa una fascia di rispetto di 150 metri.
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