Il presidente della Federcalcio siciliana Sandro Morgana dice la sua sui recenti episodi di violenza nei campi di calcio tra giocatori e contro gli arbitri. Episodi di violenza che purtroppo hanno sovrastato la normale cronaca sportiva. Sono arrivati daspo, maxi squalifiche, punizioni esemplari contro chi ha trasformato il campo di gioco in campi di battaglia e rovinato il sano agonismo con risse e comportamenti violenti antieducativi ancor prima che antisportivi. Sia nei campi di calcio dilettante che delle partite giovanili. Nondimeno, infatti, alcune fatti hanno visto protagonisti minorenni.
Arrivano su Facebook le parole del numero 1 del movimento calcistico regionale siciliano che, naturalmente, stigmatizzano quanto accaduto. “Condanniamo fermamente gli ultimi episodi vergognosi senza perdere di vista la circostanza che una esigua minoranza di violenti e di scellerati non può rovinare l’immagine di 48.745 tesserati che invece settimanalmente operano nel rispetto di regole e comportamenti”.
Morgana ha continuato: “Nel mondo del calcio i violenti non devono albergare e li perseguiamo con tutte le nostre forze. Questo è il principio che da due anni sta orientando l’attività del comitato regionale: siamo gli unici ad avere ideato il progetto ‘Uniti contro la violenza per costruire un calcio migliore’. Rendiamoci conto che viviamo in una società malata che giornalmente registra violenze di ogni genere nei confronti delle donne, dei deboli e degli emarginati. Il calcio, proprio perché determina la dimensione di passione di circa 40 milioni di italiani, non può che diventare specchio di ciò che nel bene e nel male esprime la nostra società”.
Morgana punta il dito anche contro chi generalizza il fenomeno accusando l’intero movimento di non sapere prendere adeguati provvedimenti. “In un sistema che ha grandi numeri fra i tesserati come il nostro – ha osservato – qualche episodio può sfuggire al controllo. Oggi stiamo parlando di 33 episodi di violenza, una cinquantina in totale se aggiungiamo anche quelli fra i soli calciatori. Io sono un nemico delle statistiche e se anche avessimo un solo episodio di violenza per me sarebbe un problema ugualmente molto serio. Tuttavia questo non può portare a generalizzare: a fronte di 48 mila tesserati il nostro compito è perseguire i violenti, ma salvaguardare un sistema che è pulito”.