E’ scontro al fulmicotone fra Regione siciliana e governo nazionale. Niente stato di emergenza in Sicilia per gli incendi del luglio scorso, che hanno causato sei vittime e oltre 150 milioni di euro di danni a case, boschi, attività produttive e infrastrutture. Il no da Roma arriva secco e senza margini di discussioni. “Non un fatto politico, ma una questione esclusivamente tecnica”, si affrettano a spiegare dalla protezione civile, ma è difficile non credere che si tratta di un nuovo schiaffo al governo Schifani, tanto più che a rigettare la richiesta presentata dal governatore forzista è stato il dipartimento nazionale che fa capo al ministero oggi guidato dall’ex presidente della Regione meloniano Nello Musumeci. E come sappiamo, per ora i rapporti fra Fratelli d’Italia e Forza Italia non sono ai massimi storici.
“Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco. Uno Stato che viene meno al principio della leale collaborazione dei suoi vari livelli, così come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, non è lo Stato in cui mi riconosco” dice reagendo in maniera dura il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
“Contrasteremo – prosegue Schifani – questo ingiusto provvedimento in ogni sede amministrativa, giudiziaria, istituzionale e politica. Ma assicuro i siciliani danneggiati dagli incendi estivi che se lo Stato centrale li vorrà abbandonare, non lo farà la Regione da me guidata, perché la tutela della collettività di un popolo e la sua tenuta sociale costituiscono un principio sacro e irrinunciabile. Mi accingo a convocare per la giornata di domani una seduta straordinaria della giunta di governo per le determinazioni del caso”.
Il no della protezione civile viene giustificato con motivazioni tecniche “Sulla base della documentazione fornita e degli esiti dei sopralluoghi tecnici – scrive il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio – pur riscontrando numerose situazioni di disagio, prevalentemente temporanee, e di puntuali danneggiamenti, si è valutato che gli eventi non siano stati tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria”. Dallo staff di Musumeci, di fatto, scaricano le responsabilità sul dipartimento: “Non è una valutazione politica ma esclusivamente tecnica”.
“Clamoroso, sui ristori incendi, Roma sbatte la porta in faccia alla Sicilia, non ci sarà nessuno stato d’emergenza. Avete subito danni? Chiedete alla Regione”, dice in una nota il deputato dell’Ars Ismaele la Vardera
“Incredibile ma vero, Schifani chiede a Roma lo stato di emergenza dopo i 6 morti e gli infiniti danni a seguito degli incendi, e Roma sbatte la porta in faccia. Il documento che sono in grado di mostrarvi prova ciò, e la beffa è che la risposta arriva dalla Protezione Civile che fa riferimento proprio a Nello Musumeci ex governatore siciliano. Una bocciatura allucinante che dimostra come lo stesso Governo si sia lavato le mani e abbia lasciato sola la Sicilia – continua la nota -. Come risponde Schifani a questo documento che isola ancora di più il suo Governo e che dimostra come Roma abbandoni la Sicilia. In soldoni avete subito danni vedetevela voi. In questa finanziaria rivendico di aver inserito la mia quota di 300 mila euro per chi ha subito danni e ha perso tutto, e solo allora il Governo capendo che non poteva non fare nulla ha aggiunto 2,7 milioni di euro. Troppi pochi per arrivare ad aiutare tutti, solo con l’Intervento di Roma si potevano ristorare tutte quelle famiglie che hanno perso la loro casa, e che da mesi non hanno più nulla così come la famiglia Meli. Siamo di fronte ad una crisi con Roma conclamata, Schifani prenda atto che Roma ha dimenticato la Sicilia e i siciliani”.
“Oltre il danno le beffe, il Ministro della protezione civile Musumeci non firma lo stato di calamita e centinaia di aziende e famiglie danneggiate dagli incendi dello scorso luglio non otterranno alcun indennizzo, ma quel che è peggio il presidente Regione assiste in silenzio all’ennesimo schiaffo del governo Meloni alla Sicilia”. Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars. “Invece di affidare la difesa d’ufficio al dipartimento della ProtezIone civile regionale, – continua Catanzaro- il presidente della Regione alzi finalmente la voce e prende le distanze da un governo nazionale che non perde occasione per penalizzare la nostra Regione”.