Cadono uno a uno, esempio plastico delle condizioni di Palermo, i birilli del foro Italico. Piacciano o no erano stati installati per dare colore alla così detta ‘villa a mare’ delimitando l’area pedonale ed il prato e separandolo anche visivamente dalla strada, dai marciapiedi e così via.
Per qualcuno era stata l’ultima ‘tasciata’ (per usare una espressione gergale e dialettale)per molti altri, invece, qualcosa che ricordava la bella e (per noi) irraggiungibile città di Barcellona con i suoi colori frutto di una stagione di opere del grande architetto Gaudì.
Nessun paragone è, naturalmente, possibile. Fatto sta che quei birilli erano e sono caratteristici. La loro collocazione, però, li espone a tanti rischi a cominciare dalle auto che possono andare fuoristrada e abbatterne alcuni ma soprattutto sono esposti ai vandali, difficili da controllare in un’area così vasta e completamente aperta giorno e notte.
Col tempo i birilli del Foro Italico sono stati danneggiati, si sono rotti, sono caduti. Ma invece di eseguire una manutenzione come sarebbe normale qualche birillo è stato sostituito con bruttissime copie in cemento, ma la maggior parte restano rotti a terra, mancanti, monchi, danneggiati.
Nessuna manutenzione, nessuna vigilanza anche minima, nessun intervento di manutenzione ordinaria e tanto meno straordinaria. Non si tratta certamente dell’unico angolo di abbandono della città ma, forse per il loro colore vivace o per la loro collocazione in una via di grande passaggio, rappresentano una delle cose più evidenti che sta lì a simboleggiare il degrado insieme, troppo, spesso, a cumuli di immondizia di qua e di la.
I birilli del Foro Italico, dimenticati e abbandonati sembrano l’esempio plastico della condizione in cui vive Palermo con i suoi abitanti che cadono uno ad uno senza che alcuno se ne curi.
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