Otto Associazioni ambientaliste e animaliste protestano contro Musumeci e gli assessori all’Ambiente e all’Agricoltura, Cordaro e Scilla, chiedendo l’immediata sospensione del calendario venatorio 2021-2022. “Questo Calendario venatorio rappresenta una incredibile e sciagurata dichiarazione di guerra contro la fauna scampata dal fuoco“, dicono in una nota ITALIA NOSTRA, GRE, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIPU-BirdLife Italia, MAN e WWF Italia mentre la Sicilia viene martoriata dagli incendi.
Per le associazioni “è schizofrenico l’atteggiamento della Regione visto che, da una parte, Musumeci firma lo stato di crisi e di emergenza a causa degli incendi e dell’eccezionale situazione meteo climatic-, dall’altra si emana il decreto che – addirittura – anticipa al 1° settembre l’apertura della stagione di caccia, contro il parere scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
“La vastità degli incendi che hanno colpito moltissime aree della Sicilia – si legge nel documento inviato al Presidente Musumeci – ha provocato e sta tuttora provocando notevolissimi danni, sia diretti che indiretti, alla fauna e agli habitat naturali, con un numero imprecisabile di animali deceduti e numerosi siti distrutti dal fuoco. Un quadro a dir poco critico, che purtroppo si prolungherà nel tempo e che potrebbe tuttavia ulteriormente aggravarsi, per la fauna selvatica, con l’avvio della stagione venatoria. Il blocco dell’apertura della caccia appare dunque un provvedimento doveroso, ragionevole e responsabile”.
La Giunta regionale ha deliberato d’intervenire “per fronteggiare le più urgenti necessità fra cui i contributi alle aziende per acquisizione di foraggi per gli animali, per ripristino recinzioni pascoli e adduzioni idriche; contributi per gli animali andati perduti” invocando “lo stato di crisi e di emergenza, per la durata di mesi 6, a causa dei gravi danni provocati dagli incendi” ma ha comunque deciso di aumentare i periodi di caccia anticipando di ben un mese la data di apertura della stagione venatoria – ottobre – che ISPRA aveva consigliato. “Una scelta gravissima e irresponsabile – lamentano gli animalisti – in aperto contrasto con le Direttive UE e con i principi scientifici per la conservazione della fauna, che ora rischia di essere decimata dalle doppiette con conseguenze irreversibili”.