Ci sono due tipi di persone: quelle che vedono il cane come un compagno di vita, un membro della famiglia da amare e accudire con dedizione, e quelle che vedono la città come un gigantesco bagno pubblico per il loro peloso amico. Indovinate chi stiamo prendendo di mira oggi? Esatto, quei proprietari di cani che lasciano le “tracce” delle passeggiate quotidiane a ricordare a tutti che il rispetto per il prossimo è, per loro, un concetto opzionale.
Il paradosso dell’amore incondizionato
Questi individui sono spesso gli stessi che proclamano il loro amore incondizionato per il proprio cane. “È il mio migliore amico”, “Lo amo più di qualsiasi cosa”, “Mi capisce più degli umani”. Bene, è fantastico. Ma se lo ami così tanto, perché il tuo amore non include un minimo di rispetto per l’ambiente in cui vive? È un paradosso affascinante: amano il loro cane più di se stessi, più del prossimo, più dell’intera collettività. Il problema? Sembra che non amino altrettanto il cestino dei rifiuti o i guanti usa e getta.
Eppure, forse questo paradosso ha un suo perverso senso logico: il cane, rispetto a certe persone, merita davvero più amore. È fedele, innocente, sempre grato. Non possiamo dire lo stesso del proprietario che, come un ninja dell’immondizia, abbandona deiezioni canini ovunque. Sì, ovunque. Intorno alle scuole, nelle aiuole, sui marciapiedi. Un’arte raffinata quella di non farsi mai beccare in flagrante, ma lasciare un’indiscutibile firma del proprio passaggio.
L’irrazionale logica del “non raccolgo”
Ora, cerchiamo di capire questa psicologia contorta. Forse pensano che le cacche si dissolvano magicamente sotto il sole? Che il vento le porti via? Che un esercito invisibile di spazzini arrivi immediatamente a pulire? O magari credono che siano un tributo alla natura urbana, un’opera d’arte contemporanea dal titolo “La città dei cani”. Difficile dirlo, ma una cosa è chiara: la loro logica è un insulto all’intelligenza collettiva.
Un appello alle istituzioni (e al buon senso)
A questo punto, è chiaro che il richiamo alla coscienza civica non basta. Serve qualcosa di più incisivo. Forse un corso obbligatorio di educazione ambientale per questi “artisti dell’abbandono”. O meglio, multe salate, con tanto di segnalazione pubblica: “Qui è stato multato un amante del cane, ma nemico del pianeta”. Oppure, perché non una pena esemplare? Ripulire un intero parco pubblico armati di sacchetti e palette potrebbe essere un’esperienza educativa.
Passeggia il cane raccogli o vergognati
Amare un cane è un privilegio. Ma ricordiamoci che questo amore include anche il rispetto per gli altri esseri viventi e per l’ambiente in cui tutti conviviamo. Il sacchetto non è solo un dovere civile, è una dichiarazione: amo il mio cane, ma rispetto anche il mondo che ci circonda. Se proprio non riesci a farlo, caro proprietario di cane, forse sei tu quello che merita una passeggiata al guinzaglio, guidato da qualcuno con più senso civico di te.
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