Nel Mezzogiorno esiste una “classe dominante estrattiva“, che rimane sempre al potere e in realtà “cambia molto poco, anche se a livello nazionale si passa dalla sinistra, dal governo di Prodi alla destra del governo Meloni”. E’ la tesi di Pietro Busetta, economista e saggista, ospite di TalkSicilia. L’intervista a Busetta sarà trasmessa il 28 ottobre alle 15 su Blogsicilia.it ed alle 18,00 su Video Regione, al canale 14 del digitale terrestre.
Altro che Sud assistito
Busetta ha illustrato la sua tesi nel suo ultimo saggio “Il Lupo e l’Agnello. Dal mantra del Sud assistito alla operazione verità”. (Rubbettino, 2021). Busetta non fa sconti a nessuno ed accusa la classe dirigente meridionale di preferire la tentazione “estrattiva” del miope sfruttamento delle risorse rispetto all’impegno costruttivo a favore della valorizzazione dei territori e della mobilità sociale. Con un obiettivo preciso: la sopravvivenza di una gerarchia sociale immodificabile.
Busetta, politica non pensa al bene comune
Per Busetta, la politica non pensa al bene comune ma “gestisce il territorio”. Autore di numerosi saggi sulla situazione economica del Mezzogiorno, Busetta elenca le prove di questa mancanza di strategia politica, un principio di volontà al contrario, che ha indebolito e continua indebolire il Sud: “non hanno idea del bene comune. Augusta poteva diventare l’hub portuale più importante del Mediterraneo, collegato al Canale di Suez. Non sono riusciti a farlo”.
Viviamo in una democrazia bloccata
Busetta parla anche di “democrazia bloccata”: “basta guardare ai candidati delle ultime elezioni. Ci si accorge di personaggi che una volta erano candidati con la Dc, poi sono passati a Forza Italia ed adesso corrono nelle file della Lega”. Viene stravolto il senso del mandato di rappresentanza, con “il mandato parlamentare che viene tramandato da padre in figlio”. Per Busetta, è necessaria la nascita di una forza politica che si contrapponga a quella della Lega Nord che – secondo l’economista – oggi ha in mano il governo del Paese.
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