La burocrazia, si sa, in Sicilia è uno dei problemi che sembrano non avere soluzione. Ma quando si parla di milioni e milioni di euro che potrebbero essere persi, la situazione appare come più che allarmante. Lo sanno bene gli industriali siciliani che temono la bocciatura dei progetti del Pnrr che potrebbe donare all’isola nuovo slancio economico. La fotografia dello stato di salute, per essere ottimisti, della burocrazia siciliana ai tempi del piano di ripresa posta emergenza sanitaria, è fatta da Il Sole 24 Ore.
La pubblica amministrazione siciliana fa i conti con una carenza endemica di personale ma fa anche i conti con un livello di preparazione in temi complessi che appare davvero mediocre. La delibera che la Giunta regionale ha licenziato a novembre e che contiene l’analisi di dettaglio della condizione in cui versa l’apparato pubblico siciliano ne è la fotografia.
La Regione è indietro negli iter autorizzativi, un fatto certificato dall’interno perché frutto di un monitoraggio fatto dalla stessa Regione. Così il “Piano territoriale per il conferimento d’incarichi di collaborazione per il supporto ai procedimenti amministrativi di attuazione del Pnrr” (così si chiama) si rivela un vero e proprio libro bianco con l’ufficialità del via libera della Giunta regionale guidata da Nello Musumeci. Così arrivano le paure del mondo produttivo dell’Isola.
La Regione ha circa 1.200 pratiche in arretrato in settori chiave come i rifiuti, le autorizzazioni ambientali, le bonifiche, l’energia rinnovabile. Cioè in settori chiave della transizione cui punta l’Italia. Prendiamo, per esempio, il capitolo delle valutazioni nel campo delle autorizzazioni ambientali si registrano carenza di personale, difficoltà dei soggetti competenti in materia a interfacciarsi con il Portale Via-Vas, costante crescita del numero delle istanze presentate con una media di 80 procedure per funzionario. Così si legge su Il Sole 24 Ore.
Poi ci sono le cause di mancato rispetto dei tempi del procedimento amministrativo causati dalla scarsa qualità progettuale del soggetto proponente, dal mancato rispetto da parte delle diverse amministrazioni delle tempistiche declinate dal Testo unico ambientale e dall’arretrato. Grave la situazione delle autorizzazioni degli impianti di energia rinnovabile dove sono attualmente in corso 220 autorizzazioni. Ci vogliono circa 12 mesi per arrivare alla fine dell’iter autorizzativo. Ma ancora più grave sembra la situazione dei rifiuti per le conseguenze evidenti sulla vivibilità della nostre città. Male anche le autorizzazioni ambientali e gli appalti dove si registra la “Mancanza di figure professionali finalizzate alla progettazione di opere pubbliche. Mancanza di dati scaturenti da rilievi, campagne di indagini e prove strumentali rese obbligatorie dal codice degli appalti per la stesura di progetti esecutivi”.